

De Gustibus
Alla ricerca dell'esperienza gastronomica
Robert Appelbaum
De Gustibus
Alla ricerca dell'esperienza gastronomica
Robert Appelbaum
Sin dalle origini, nella Francia prerivoluzionaria, il ristorante ha sempre ispirato sentimenti contraddittori e servito propositi contrastanti. Da un lato ha incarnato una decisiva forma di emancipazione: il piacere dell’accoglienza, della socievolezza e della convivialità. Dall’altro ha incoraggiato il consumismo narcisistico, lo sfruttamento del personale di ristorazione e l’illusione degli avventori.
Attingendo al lavoro di scrittori come Grimod de la Reynière, Jean-Paul Sartre, Isak Dinesen e M.F.K. Fisher e assaggiando i cibi più svariati – dai maccheroni al formaggio serviti durante la pausa pranzo a Londra alle ostriche e salsicce della costa francese –, Appelbaum giunge alla conclusione che i ristoranti sono una peculiarità del nostro essere ed espressioni di ciò di cui abbiamo bisogno in quanto esseri umani. E per questa ragione, nonostante contribuiscano in un certo senso alle diseguaglianze, possono anzi essere un veicolo di promozione di interessi culturali democratici.
Fornendoci una lettura unica e originalissima dell’esperienza gastronomica, piacevole, curiosa e allo stesso tempo erudita, Appelbaum ci regala un contributo nuovo ed essenziale sulla storia della critica gastronomica e sui rapporti che intercorrono fra cibo, letteratura, storia, filosofia e società.
DALLA STAMPA
"È evidente che Appelbaum adora mangiar fuori,
e racconta le sue esperienze in maniera davvero divertente e autoironica…
Questo libro appassionante influenzerà sicuramente
la vostra prossima cena in un ristorante."
– Scotland on Sunday
"Essere pagati per mangiare pasti favolosi
rende una persona la creatura più privilegiata
del pianeta, insieme a baroni e multimilionari.
La coinvolgente storia di quest’invidiabile tipo di persone
sarà divorata con appetito smisurato da ogni lettore buongustaio."
– Terry Eagleton
Robert Appelbaum
Robert Appelbaum è professore di Studi rinascimentali presso il dipartimento di Inglese e Scrittura creativa alla Lancaster University e professore d’Inglese alla Uppsala University. Le sue pubblicazioni spaziano sulle tematiche più disparate: dalle utopie del XVII secolo al way of living californiano. Il suo precedente titolo su cibo e cultura – Aguecheek’s Beef, Belch’s Hiccup, and Other Gastronomic Interjections: Literature, Culture and Food among the Early Moderns – ha vinto il Roland H. Bainton Book Prize nel 2007.
Carlo Petrini
Carlo Petrini (Bra, CN, 1949) ha al suo attivo studi di sociologia e un costante impegno in politica e nell’associazionismo. Negli anni Ottanta fonda Arcigola, divenuta nel 1989 Slow Food, di cui è tuttora presidente internazionale. Dalle sue idee sono nati il Salone Internazionale del Gusto, la prima Università di Scienze Gastronomiche e la rete di Terra Madre. Tra le sue opere, tradotte in più lingue, ricordiamo in particolare: Buono, pulito e giusto. Princìpi di nuova gastronomia (Einaudi 2005) e Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo (Giunti – Slow Food Editore 2009).
Sin dalle origini, nella Francia prerivoluzionaria, il ristorante ha sempre ispirato sentimenti contraddittori e servito propositi contrastanti. Da un lato ha incarnato una decisiva forma di emancipazione: il piacere dell’accoglienza, della socievolezza e della convivialità. Dall’altro ha incoraggiato il consumismo narcisistico, lo sfruttamento del personale di ristorazione e l’illusione degli avventori.
Attingendo al lavoro di scrittori come Grimod de la Reynière, Jean-Paul Sartre, Isak Dinesen e M.F.K. Fisher e assaggiando i cibi più svariati – dai maccheroni al formaggio serviti durante la pausa pranzo a Londra alle ostriche e salsicce della costa francese –, Appelbaum giunge alla conclusione che i ristoranti sono una peculiarità del nostro essere ed espressioni di ciò di cui abbiamo bisogno in quanto esseri umani. E per questa ragione, nonostante contribuiscano in un certo senso alle diseguaglianze, possono anzi essere un veicolo di promozione di interessi culturali democratici.
Fornendoci una lettura unica e originalissima dell’esperienza gastronomica, piacevole, curiosa e allo stesso tempo erudita, Appelbaum ci regala un contributo nuovo ed essenziale sulla storia della critica gastronomica e sui rapporti che intercorrono fra cibo, letteratura, storia, filosofia e società.
DALLA STAMPA
"È evidente che Appelbaum adora mangiar fuori,
e racconta le sue esperienze in maniera davvero divertente e autoironica…
Questo libro appassionante influenzerà sicuramente
la vostra prossima cena in un ristorante."
– Scotland on Sunday
"Essere pagati per mangiare pasti favolosi
rende una persona la creatura più privilegiata
del pianeta, insieme a baroni e multimilionari.
La coinvolgente storia di quest’invidiabile tipo di persone
sarà divorata con appetito smisurato da ogni lettore buongustaio."
– Terry Eagleton
Robert Appelbaum
Robert Appelbaum è professore di Studi rinascimentali presso il dipartimento di Inglese e Scrittura creativa alla Lancaster University e professore d’Inglese alla Uppsala University. Le sue pubblicazioni spaziano sulle tematiche più disparate: dalle utopie del XVII secolo al way of living californiano. Il suo precedente titolo su cibo e cultura – Aguecheek’s Beef, Belch’s Hiccup, and Other Gastronomic Interjections: Literature, Culture and Food among the Early Moderns – ha vinto il Roland H. Bainton Book Prize nel 2007.
Carlo Petrini
Carlo Petrini (Bra, CN, 1949) ha al suo attivo studi di sociologia e un costante impegno in politica e nell’associazionismo. Negli anni Ottanta fonda Arcigola, divenuta nel 1989 Slow Food, di cui è tuttora presidente internazionale. Dalle sue idee sono nati il Salone Internazionale del Gusto, la prima Università di Scienze Gastronomiche e la rete di Terra Madre. Tra le sue opere, tradotte in più lingue, ricordiamo in particolare: Buono, pulito e giusto. Princìpi di nuova gastronomia (Einaudi 2005) e Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo (Giunti – Slow Food Editore 2009).
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