
Novità
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 547
Isbn: 978-88-6288-940-7
Pagine: 424
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 08/07/2025
Autore:
Flavio Ferlini

Novità
Storie di opere d’arte incompiute
Il paradosso di Frenhofer
Flavio Ferlini
Storie di opere d’arte incompiute
Il paradosso di Frenhofer
Flavio Ferlini
sconto
5%
30,40€
32,00€
L’imperfezione è qualche cosa che va accettata e, anzi, apprezzata. Partendo da questo contesto culturale, da appassionato d’arte l’autore prova una forte attrazione per le opere “imperfette” o “non finite”.
Dopo aver discusso il concetto (sfuggente) di “non finito” o di opera incompleta, anche in rapporto al diverso approccio filosofico dell’arte orientale su questo tema, l’autore passa in rassegna singoli artisti che hanno lasciato opere incomplete o che appaiono tali.
Solo dopo aver attraversato questi scorci artistici, l’attenzione del lettore potrà focalizzarsi sul tema della “completezza” dell’opera d’arte, per il quale Ferlini fa riferimento al racconto breve di Balzac “Le Chef-d’œuvre inconnu”.
Un’opera “incompleta” comporta una richiesta d’interpretazione. Lo spettatore è sfidato a immaginare il completamento e non può separare l’opera dalla mente che l’ha creata. Un incanto che perdura da secoli continuando anche nel presente.
Nell’arte moderna per molti artisti il non finito è diventato una precisa scelta stilistica ed espressiva, strettamente connessa al concetto di superamento della forma. Ma ciò non basta. Forse più e meglio degli altri linguaggi artistici, la pittura e la scultura trasmettono, attraverso l’incompiutezza, un’esperienza estetica che riesce a esprimere con forza e fascino la precarietà dell’esistere.
“Ho lasciato incompiute una quantità di cose. Ma questo è naturale. E, a proposito, vale la pena di ricordare che in francese il passato si chiama imperfetto”.
– Charles de Gaulle
“Fino a quando l’autore di un’opera è in vita, anche se ha dichiarato che è completa, potrebbe successivamente modificarla. Per questo, nessuna opera d’arte può essere considerata completa prima della morte dell’autore”.
– Dal libro
Dopo aver discusso il concetto (sfuggente) di “non finito” o di opera incompleta, anche in rapporto al diverso approccio filosofico dell’arte orientale su questo tema, l’autore passa in rassegna singoli artisti che hanno lasciato opere incomplete o che appaiono tali.
Solo dopo aver attraversato questi scorci artistici, l’attenzione del lettore potrà focalizzarsi sul tema della “completezza” dell’opera d’arte, per il quale Ferlini fa riferimento al racconto breve di Balzac “Le Chef-d’œuvre inconnu”.
Un’opera “incompleta” comporta una richiesta d’interpretazione. Lo spettatore è sfidato a immaginare il completamento e non può separare l’opera dalla mente che l’ha creata. Un incanto che perdura da secoli continuando anche nel presente.
Nell’arte moderna per molti artisti il non finito è diventato una precisa scelta stilistica ed espressiva, strettamente connessa al concetto di superamento della forma. Ma ciò non basta. Forse più e meglio degli altri linguaggi artistici, la pittura e la scultura trasmettono, attraverso l’incompiutezza, un’esperienza estetica che riesce a esprimere con forza e fascino la precarietà dell’esistere.
Un viaggio ideale nella storia dell’arte occidentale, dall’antichità alle Avanguardie storiche, per parlare non solo di sculture e quadri incompleti, ma anche dei loro autori, dei diversi contesti artistici, sociali, culturali e storici in cui vissero e dei personaggi che con essi materialmente o idealmente dialogarono.
– Charles de Gaulle
“Fino a quando l’autore di un’opera è in vita, anche se ha dichiarato che è completa, potrebbe successivamente modificarla. Per questo, nessuna opera d’arte può essere considerata completa prima della morte dell’autore”.
– Dal libro
Flavio Ferlini
Nato a Pavia, è laureato in Ingegneria Elettronica. Nel corso della sua carriera si è occupato principalmente di informatica; ha collaborato e svolto attività di consulenza per Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Interni, Dipartimento della Funzione Pubblica, Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ARPA Lombardia, Tribunale di Milano e Prefettura di Pavia. Esperto di ornitologia, fa parte del comitato di redazione della Rivista Italiana di Ornitologia e svolge la funzione di referee per questa stessa rivista e per altre riviste del settore. Ha tenuto relazioni sia in convegni nazionali che internazionali. Appassionato di arte, è collezionista di opere moderne e contemporanee.
Il culto dell’imperfetto
Il “non finito” nelle arti e la precarietà dell’esistere
L’arte occidentale e la ricerca della perfezione
Quando un’opera d’arte è completa?
Uno sguardo ad oriente
L’ETÀ ANTICA
Apelle
Timòmaco
IL MEDIOEVO
Itala di Quedlinburg
Bibbia di Winchester
L’ETÀ MODERNA
Donatello
Jan van Eyck
Piero della Francesca
Francesco di Giorgio Martini
Leonardo da Vinci
Albrecht Dürer
Michelangelo Buonarroti
Jacopo Palma il Vecchio
Tiziano Vecellio
Sofonisba Anguissola
El Greco
Guido Reni
Pieter Paul Rubens
Nicolas Poussin
Artemisia Gentileschi
Antoon van Dyck
I fratelli Le Nain
Diego Velázquez
Rembrandt van Rijn
Joshua Reynolds
Anton Raphael Mengs
George Romney
Benjamin West
Jacques-Louis David
Élisabeth Vigée Le Brun
Thomas Lawrence
L’ETÀ CONTEMPORANEA
Caspar David Friedrich
William Turner
Jean-Auguste-Dominique Ingres
Théodore Géricault
Camille Corot
Honoré Daumier
Théodore Rousseau
Ford Madox Brown
Rosa Bonheur
Édouard Manet
Edgar Degas
Winslow Homer
Paul Cézanne
Auguste Rodin
Claude Monet
Berthe Morisot
Vincent van Gogh
Medardo Rosso
Gustav Klimt
Hilma af Klint
Edvard Munch
Vasilij Kandinskij
Egon Schiele
Julian Gould
Joachim-Raphaël Boronali
Il capolavoro sconosciuto
Il “non finito” nelle arti e la precarietà dell’esistere
L’arte occidentale e la ricerca della perfezione
Quando un’opera d’arte è completa?
Uno sguardo ad oriente
L’ETÀ ANTICA
Apelle
Timòmaco
IL MEDIOEVO
Itala di Quedlinburg
Bibbia di Winchester
L’ETÀ MODERNA
Donatello
Jan van Eyck
Piero della Francesca
Francesco di Giorgio Martini
Leonardo da Vinci
Albrecht Dürer
Michelangelo Buonarroti
Jacopo Palma il Vecchio
Tiziano Vecellio
Sofonisba Anguissola
El Greco
Guido Reni
Pieter Paul Rubens
Nicolas Poussin
Artemisia Gentileschi
Antoon van Dyck
I fratelli Le Nain
Diego Velázquez
Rembrandt van Rijn
Joshua Reynolds
Anton Raphael Mengs
George Romney
Benjamin West
Jacques-Louis David
Élisabeth Vigée Le Brun
Thomas Lawrence
L’ETÀ CONTEMPORANEA
Caspar David Friedrich
William Turner
Jean-Auguste-Dominique Ingres
Théodore Géricault
Camille Corot
Honoré Daumier
Théodore Rousseau
Ford Madox Brown
Rosa Bonheur
Édouard Manet
Edgar Degas
Winslow Homer
Paul Cézanne
Auguste Rodin
Claude Monet
Berthe Morisot
Vincent van Gogh
Medardo Rosso
Gustav Klimt
Hilma af Klint
Edvard Munch
Vasilij Kandinskij
Egon Schiele
Julian Gould
Joachim-Raphaël Boronali
Il capolavoro sconosciuto
L’imperfezione è qualche cosa che va accettata e, anzi, apprezzata. Partendo da questo contesto culturale, da appassionato d’arte l’autore prova una forte attrazione per le opere “imperfette” o “non finite”.
Dopo aver discusso il concetto (sfuggente) di “non finito” o di opera incompleta, anche in rapporto al diverso approccio filosofico dell’arte orientale su questo tema, l’autore passa in rassegna singoli artisti che hanno lasciato opere incomplete o che appaiono tali.
Solo dopo aver attraversato questi scorci artistici, l’attenzione del lettore potrà focalizzarsi sul tema della “completezza” dell’opera d’arte, per il quale Ferlini fa riferimento al racconto breve di Balzac “Le Chef-d’œuvre inconnu”.
Un’opera “incompleta” comporta una richiesta d’interpretazione. Lo spettatore è sfidato a immaginare il completamento e non può separare l’opera dalla mente che l’ha creata. Un incanto che perdura da secoli continuando anche nel presente.
Nell’arte moderna per molti artisti il non finito è diventato una precisa scelta stilistica ed espressiva, strettamente connessa al concetto di superamento della forma. Ma ciò non basta. Forse più e meglio degli altri linguaggi artistici, la pittura e la scultura trasmettono, attraverso l’incompiutezza, un’esperienza estetica che riesce a esprimere con forza e fascino la precarietà dell’esistere.
“Ho lasciato incompiute una quantità di cose. Ma questo è naturale. E, a proposito, vale la pena di ricordare che in francese il passato si chiama imperfetto”.
– Charles de Gaulle
“Fino a quando l’autore di un’opera è in vita, anche se ha dichiarato che è completa, potrebbe successivamente modificarla. Per questo, nessuna opera d’arte può essere considerata completa prima della morte dell’autore”.
– Dal libro
Dopo aver discusso il concetto (sfuggente) di “non finito” o di opera incompleta, anche in rapporto al diverso approccio filosofico dell’arte orientale su questo tema, l’autore passa in rassegna singoli artisti che hanno lasciato opere incomplete o che appaiono tali.
Solo dopo aver attraversato questi scorci artistici, l’attenzione del lettore potrà focalizzarsi sul tema della “completezza” dell’opera d’arte, per il quale Ferlini fa riferimento al racconto breve di Balzac “Le Chef-d’œuvre inconnu”.
Un’opera “incompleta” comporta una richiesta d’interpretazione. Lo spettatore è sfidato a immaginare il completamento e non può separare l’opera dalla mente che l’ha creata. Un incanto che perdura da secoli continuando anche nel presente.
Nell’arte moderna per molti artisti il non finito è diventato una precisa scelta stilistica ed espressiva, strettamente connessa al concetto di superamento della forma. Ma ciò non basta. Forse più e meglio degli altri linguaggi artistici, la pittura e la scultura trasmettono, attraverso l’incompiutezza, un’esperienza estetica che riesce a esprimere con forza e fascino la precarietà dell’esistere.
Un viaggio ideale nella storia dell’arte occidentale, dall’antichità alle Avanguardie storiche, per parlare non solo di sculture e quadri incompleti, ma anche dei loro autori, dei diversi contesti artistici, sociali, culturali e storici in cui vissero e dei personaggi che con essi materialmente o idealmente dialogarono.
– Charles de Gaulle
“Fino a quando l’autore di un’opera è in vita, anche se ha dichiarato che è completa, potrebbe successivamente modificarla. Per questo, nessuna opera d’arte può essere considerata completa prima della morte dell’autore”.
– Dal libro
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 547
Isbn: 978-88-6288-940-7
Pagine: 424
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 08/07/2025
Autore:
Flavio Ferlini
Il culto dell’imperfetto
Il “non finito” nelle arti e la precarietà dell’esistere
L’arte occidentale e la ricerca della perfezione
Quando un’opera d’arte è completa?
Uno sguardo ad oriente
L’ETÀ ANTICA
Apelle
Timòmaco
IL MEDIOEVO
Itala di Quedlinburg
Bibbia di Winchester
L’ETÀ MODERNA
Donatello
Jan van Eyck
Piero della Francesca
Francesco di Giorgio Martini
Leonardo da Vinci
Albrecht Dürer
Michelangelo Buonarroti
Jacopo Palma il Vecchio
Tiziano Vecellio
Sofonisba Anguissola
El Greco
Guido Reni
Pieter Paul Rubens
Nicolas Poussin
Artemisia Gentileschi
Antoon van Dyck
I fratelli Le Nain
Diego Velázquez
Rembrandt van Rijn
Joshua Reynolds
Anton Raphael Mengs
George Romney
Benjamin West
Jacques-Louis David
Élisabeth Vigée Le Brun
Thomas Lawrence
L’ETÀ CONTEMPORANEA
Caspar David Friedrich
William Turner
Jean-Auguste-Dominique Ingres
Théodore Géricault
Camille Corot
Honoré Daumier
Théodore Rousseau
Ford Madox Brown
Rosa Bonheur
Édouard Manet
Edgar Degas
Winslow Homer
Paul Cézanne
Auguste Rodin
Claude Monet
Berthe Morisot
Vincent van Gogh
Medardo Rosso
Gustav Klimt
Hilma af Klint
Edvard Munch
Vasilij Kandinskij
Egon Schiele
Julian Gould
Joachim-Raphaël Boronali
Il capolavoro sconosciuto
Il “non finito” nelle arti e la precarietà dell’esistere
L’arte occidentale e la ricerca della perfezione
Quando un’opera d’arte è completa?
Uno sguardo ad oriente
L’ETÀ ANTICA
Apelle
Timòmaco
IL MEDIOEVO
Itala di Quedlinburg
Bibbia di Winchester
L’ETÀ MODERNA
Donatello
Jan van Eyck
Piero della Francesca
Francesco di Giorgio Martini
Leonardo da Vinci
Albrecht Dürer
Michelangelo Buonarroti
Jacopo Palma il Vecchio
Tiziano Vecellio
Sofonisba Anguissola
El Greco
Guido Reni
Pieter Paul Rubens
Nicolas Poussin
Artemisia Gentileschi
Antoon van Dyck
I fratelli Le Nain
Diego Velázquez
Rembrandt van Rijn
Joshua Reynolds
Anton Raphael Mengs
George Romney
Benjamin West
Jacques-Louis David
Élisabeth Vigée Le Brun
Thomas Lawrence
L’ETÀ CONTEMPORANEA
Caspar David Friedrich
William Turner
Jean-Auguste-Dominique Ingres
Théodore Géricault
Camille Corot
Honoré Daumier
Théodore Rousseau
Ford Madox Brown
Rosa Bonheur
Édouard Manet
Edgar Degas
Winslow Homer
Paul Cézanne
Auguste Rodin
Claude Monet
Berthe Morisot
Vincent van Gogh
Medardo Rosso
Gustav Klimt
Hilma af Klint
Edvard Munch
Vasilij Kandinskij
Egon Schiele
Julian Gould
Joachim-Raphaël Boronali
Il capolavoro sconosciuto
Flavio Ferlini
Nato a Pavia, è laureato in Ingegneria Elettronica. Nel corso della sua carriera si è occupato principalmente di informatica; ha collaborato e svolto attività di consulenza per Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Interni, Dipartimento della Funzione Pubblica, Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ARPA Lombardia, Tribunale di Milano e Prefettura di Pavia. Esperto di ornitologia, fa parte del comitato di redazione della Rivista Italiana di Ornitologia e svolge la funzione di referee per questa stessa rivista e per altre riviste del settore. Ha tenuto relazioni sia in convegni nazionali che internazionali. Appassionato di arte, è collezionista di opere moderne e contemporanee.
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