Novità
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 567
Isbn: 978-88-6288-987-2
Pagine: 368
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 16/11/2025
Autore:
Leonardo Lippolis
Novità
L’apocalisse del post punk
Nelle città ci annoiamo
Leonardo Lippolis
L’apocalisse del post punk
Nelle città ci annoiamo
Leonardo Lippolis
sconto
5%
26,60€
28,00€
“Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui” è la frase con cui Margaret Thatcher nel 1987 riassunse il dogma su cui aveva impostato la rivoluzione neoliberista che si stava estendendo all’intero Occidente. Quando otto anni prima aveva preso il potere, l’Inghilterra giaceva in uno stato di profonda depressione economica, sociale e morale, e le città in una condizione di spettrale abbandono. Nei vent’anni precedenti, quelli del boom economico e della società dei consumi, l’Inghilterra aveva vissuto la più grande rivoluzione urbanistica d’Europa. I vecchi quartieri vittoriani erano stati rasi al suolo e le loro comunità disperse per lasciare spazio a un nuovo paesaggio alienante. Una generazione di giovani cresciuti nel pieno di queste trasformazioni ha saputo interpretarne musicalmente i sentimenti e i condizionamenti, leggendovi lo specchio di un mondo che sembrava non offrire più alcuna prospettiva.
Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso.
Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l’idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
“Un giorno un ragazzo mi chiese Cos’è il punk? Allora io diedi un calcio a un bidone e dissi Questo è punk! Allora lui fece la stessa cosa e mi chiese Questo è il punk? E io risposi No, questa è solo imitazione!”.
– Billie Joe Armstrong
“Ciò che ha caratterizzato l’intera scena punk per me nel 1977 è stata l’assenza di razzismo o sessismo. Era un’anarchia di -ismi, e si trattava di abolire tutto”.
– Chrissie Hynde
“L’esistenza è… beh… che importa? Esisto nelle condizioni migliori che posso. Il passato è ora parte del mio futuro. Il presente è fuori controllo”.
– Ian Curtis, Joy Division
Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso.
Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l’idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
Il post punk inglese e il suo sviluppo, la storia, il contesto sociale ed economico, le voci e i suoni di una generazione: Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June… e molti altri.
“Un giorno un ragazzo mi chiese Cos’è il punk? Allora io diedi un calcio a un bidone e dissi Questo è punk! Allora lui fece la stessa cosa e mi chiese Questo è il punk? E io risposi No, questa è solo imitazione!”.
– Billie Joe Armstrong
“Ciò che ha caratterizzato l’intera scena punk per me nel 1977 è stata l’assenza di razzismo o sessismo. Era un’anarchia di -ismi, e si trattava di abolire tutto”.
– Chrissie Hynde
“L’esistenza è… beh… che importa? Esisto nelle condizioni migliori che posso. Il passato è ora parte del mio futuro. Il presente è fuori controllo”.
– Ian Curtis, Joy Division
Leonardo Lippolis
Classe 1974, laureato in Storia e diplomato alla Scuola di specializzazione triennale post-laurea in Storia dell’arte presso l’Università di Genova, è attualmente dottorando in Beni culturali, formazione e territorio presso l’Università Tor Vergata di Roma e docente nelle scuole superiori. Si occupa da tanti anni dei rapporti tra arte, architettura e capitalismo in relazione allo spazio urbano. Oltre a numerosi contributi in volumi collettivi, riviste e cataloghi d’arte, ha pubblicato: La nuova Babilonia. Il progetto architettonico di una civiltà situazionista (Costa & Nolan, 2007); Viaggio al termine della città. La metropoli e le arti nell’autunno postmoderno (Eleuthera, 2009), tradotto e pubblicato in Spagna e Portogallo; Il mondo come metropoli (Ombre Corte, 2021), tradotto e pubblicato in Spagna.
Capitolo 1
Un’altra città per un’altra vita
Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui · Musik und Apocalypse · Una convincente visione del futuro che ci stava di fronte · La psicogeografia della città era una macchia indelebile su di noi
Capitolo 2
I piaceri sconosciuti di Coketown
Il centro storico della rivoluzione industriale · Lo slum e la fabbrica · Dirty Old Town · Una grigia Varsavia nel nord dell’Inghilterra · Una nuova fabbrica dell’immaginario a Valium City · Giochi d’ombre tra le rovine · Uscire dal ventesimo secolo · Critica della separazione
Capitolo 3
Canti di innocenza ed esperienza
L’epoca delle Dark Satanic Mills · Eresie del secolo breve · La fine del sogno inglese · Urbanesimo, nichilismo romantico, semplicità musicale come porta dell’inconscio · L’urlo del post punk contro il postmodernismo
Capitolo 4
La città nuda
Manchester · Sheffield · Leeds · Liverpool e Birmingham
Capitolo 5
La noia è controrivoluzionaria
Dark Entries, i gotici urbani · Synth Britannia, i futuristi distopici · Wreckers of Civilisation, gli apocalittici industriali · West Berlin-Transeuropa Express, nuovi edifici che crollano · So take a chance and step outside
Capitolo 6
Formulario sonoro per un nuovo urbanismo
1977. I bet you’re all so happy in suburbian dreams · 1978. To the centre of the city where all roads meet · 1979. Paralyzed Cities, At our Command · 1980. We’re extinguished but we’re still alive · 1981. This town is coming like a ghost town · 1982. This place is death with walls · 1983. Nothing changes, it only gets worse · 1984. Love is dead in Metropolis
Note
Bibliografia e filmografia
Un’altra città per un’altra vita
Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui · Musik und Apocalypse · Una convincente visione del futuro che ci stava di fronte · La psicogeografia della città era una macchia indelebile su di noi
Capitolo 2
I piaceri sconosciuti di Coketown
Il centro storico della rivoluzione industriale · Lo slum e la fabbrica · Dirty Old Town · Una grigia Varsavia nel nord dell’Inghilterra · Una nuova fabbrica dell’immaginario a Valium City · Giochi d’ombre tra le rovine · Uscire dal ventesimo secolo · Critica della separazione
Capitolo 3
Canti di innocenza ed esperienza
L’epoca delle Dark Satanic Mills · Eresie del secolo breve · La fine del sogno inglese · Urbanesimo, nichilismo romantico, semplicità musicale come porta dell’inconscio · L’urlo del post punk contro il postmodernismo
Capitolo 4
La città nuda
Manchester · Sheffield · Leeds · Liverpool e Birmingham
Capitolo 5
La noia è controrivoluzionaria
Dark Entries, i gotici urbani · Synth Britannia, i futuristi distopici · Wreckers of Civilisation, gli apocalittici industriali · West Berlin-Transeuropa Express, nuovi edifici che crollano · So take a chance and step outside
Capitolo 6
Formulario sonoro per un nuovo urbanismo
1977. I bet you’re all so happy in suburbian dreams · 1978. To the centre of the city where all roads meet · 1979. Paralyzed Cities, At our Command · 1980. We’re extinguished but we’re still alive · 1981. This town is coming like a ghost town · 1982. This place is death with walls · 1983. Nothing changes, it only gets worse · 1984. Love is dead in Metropolis
Note
Bibliografia e filmografia
“Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui” è la frase con cui Margaret Thatcher nel 1987 riassunse il dogma su cui aveva impostato la rivoluzione neoliberista che si stava estendendo all’intero Occidente. Quando otto anni prima aveva preso il potere, l’Inghilterra giaceva in uno stato di profonda depressione economica, sociale e morale, e le città in una condizione di spettrale abbandono. Nei vent’anni precedenti, quelli del boom economico e della società dei consumi, l’Inghilterra aveva vissuto la più grande rivoluzione urbanistica d’Europa. I vecchi quartieri vittoriani erano stati rasi al suolo e le loro comunità disperse per lasciare spazio a un nuovo paesaggio alienante. Una generazione di giovani cresciuti nel pieno di queste trasformazioni ha saputo interpretarne musicalmente i sentimenti e i condizionamenti, leggendovi lo specchio di un mondo che sembrava non offrire più alcuna prospettiva.
Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso.
Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l’idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
“Un giorno un ragazzo mi chiese Cos’è il punk? Allora io diedi un calcio a un bidone e dissi Questo è punk! Allora lui fece la stessa cosa e mi chiese Questo è il punk? E io risposi No, questa è solo imitazione!”.
– Billie Joe Armstrong
“Ciò che ha caratterizzato l’intera scena punk per me nel 1977 è stata l’assenza di razzismo o sessismo. Era un’anarchia di -ismi, e si trattava di abolire tutto”.
– Chrissie Hynde
“L’esistenza è… beh… che importa? Esisto nelle condizioni migliori che posso. Il passato è ora parte del mio futuro. Il presente è fuori controllo”.
– Ian Curtis, Joy Division
Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso.
Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l’idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
Il post punk inglese e il suo sviluppo, la storia, il contesto sociale ed economico, le voci e i suoni di una generazione: Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June… e molti altri.
“Un giorno un ragazzo mi chiese Cos’è il punk? Allora io diedi un calcio a un bidone e dissi Questo è punk! Allora lui fece la stessa cosa e mi chiese Questo è il punk? E io risposi No, questa è solo imitazione!”.
– Billie Joe Armstrong
“Ciò che ha caratterizzato l’intera scena punk per me nel 1977 è stata l’assenza di razzismo o sessismo. Era un’anarchia di -ismi, e si trattava di abolire tutto”.
– Chrissie Hynde
“L’esistenza è… beh… che importa? Esisto nelle condizioni migliori che posso. Il passato è ora parte del mio futuro. Il presente è fuori controllo”.
– Ian Curtis, Joy Division
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 567
Isbn: 978-88-6288-987-2
Pagine: 368
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 16/11/2025
Autore:
Leonardo Lippolis
Capitolo 1
Un’altra città per un’altra vita
Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui · Musik und Apocalypse · Una convincente visione del futuro che ci stava di fronte · La psicogeografia della città era una macchia indelebile su di noi
Capitolo 2
I piaceri sconosciuti di Coketown
Il centro storico della rivoluzione industriale · Lo slum e la fabbrica · Dirty Old Town · Una grigia Varsavia nel nord dell’Inghilterra · Una nuova fabbrica dell’immaginario a Valium City · Giochi d’ombre tra le rovine · Uscire dal ventesimo secolo · Critica della separazione
Capitolo 3
Canti di innocenza ed esperienza
L’epoca delle Dark Satanic Mills · Eresie del secolo breve · La fine del sogno inglese · Urbanesimo, nichilismo romantico, semplicità musicale come porta dell’inconscio · L’urlo del post punk contro il postmodernismo
Capitolo 4
La città nuda
Manchester · Sheffield · Leeds · Liverpool e Birmingham
Capitolo 5
La noia è controrivoluzionaria
Dark Entries, i gotici urbani · Synth Britannia, i futuristi distopici · Wreckers of Civilisation, gli apocalittici industriali · West Berlin-Transeuropa Express, nuovi edifici che crollano · So take a chance and step outside
Capitolo 6
Formulario sonoro per un nuovo urbanismo
1977. I bet you’re all so happy in suburbian dreams · 1978. To the centre of the city where all roads meet · 1979. Paralyzed Cities, At our Command · 1980. We’re extinguished but we’re still alive · 1981. This town is coming like a ghost town · 1982. This place is death with walls · 1983. Nothing changes, it only gets worse · 1984. Love is dead in Metropolis
Note
Bibliografia e filmografia
Un’altra città per un’altra vita
Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui · Musik und Apocalypse · Una convincente visione del futuro che ci stava di fronte · La psicogeografia della città era una macchia indelebile su di noi
Capitolo 2
I piaceri sconosciuti di Coketown
Il centro storico della rivoluzione industriale · Lo slum e la fabbrica · Dirty Old Town · Una grigia Varsavia nel nord dell’Inghilterra · Una nuova fabbrica dell’immaginario a Valium City · Giochi d’ombre tra le rovine · Uscire dal ventesimo secolo · Critica della separazione
Capitolo 3
Canti di innocenza ed esperienza
L’epoca delle Dark Satanic Mills · Eresie del secolo breve · La fine del sogno inglese · Urbanesimo, nichilismo romantico, semplicità musicale come porta dell’inconscio · L’urlo del post punk contro il postmodernismo
Capitolo 4
La città nuda
Manchester · Sheffield · Leeds · Liverpool e Birmingham
Capitolo 5
La noia è controrivoluzionaria
Dark Entries, i gotici urbani · Synth Britannia, i futuristi distopici · Wreckers of Civilisation, gli apocalittici industriali · West Berlin-Transeuropa Express, nuovi edifici che crollano · So take a chance and step outside
Capitolo 6
Formulario sonoro per un nuovo urbanismo
1977. I bet you’re all so happy in suburbian dreams · 1978. To the centre of the city where all roads meet · 1979. Paralyzed Cities, At our Command · 1980. We’re extinguished but we’re still alive · 1981. This town is coming like a ghost town · 1982. This place is death with walls · 1983. Nothing changes, it only gets worse · 1984. Love is dead in Metropolis
Note
Bibliografia e filmografia
Leonardo Lippolis
Classe 1974, laureato in Storia e diplomato alla Scuola di specializzazione triennale post-laurea in Storia dell’arte presso l’Università di Genova, è attualmente dottorando in Beni culturali, formazione e territorio presso l’Università Tor Vergata di Roma e docente nelle scuole superiori. Si occupa da tanti anni dei rapporti tra arte, architettura e capitalismo in relazione allo spazio urbano. Oltre a numerosi contributi in volumi collettivi, riviste e cataloghi d’arte, ha pubblicato: La nuova Babilonia. Il progetto architettonico di una civiltà situazionista (Costa & Nolan, 2007); Viaggio al termine della città. La metropoli e le arti nell’autunno postmoderno (Eleuthera, 2009), tradotto e pubblicato in Spagna e Portogallo; Il mondo come metropoli (Ombre Corte, 2021), tradotto e pubblicato in Spagna.
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