
Isbn: 978-88-6288-749-6
Pagine: 224
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 19/07/2022
Autore:
Wolfgang Wissler
Traduzione:
Giuliana Franzoso

Il disastro di Colombo
Storia di un esploratore mancato
Wolfgang Wissler
Il disastro di Colombo
Storia di un esploratore mancato
Wolfgang Wissler
sconto
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15,20€
16,00€
Eccolo lì, l’uomo acclamato dalla Spagna intera, l’uomo davanti al quale anche il re e la regina si sono alzati in piedi. Canuto e zoppicante sta lì a guardare la sua nave distrutta, arenata sulle coste della Giamaica.
Una parte dell’equipaggio si è ammutinata, gli indigeni non si lasciano più ingannare da grezze perle di vetro, gli spagnoli che occupano la vicina isola di Hispaniola non sembrano intenzionati a inviare soccorsi.
Lui, Cristoforo Colombo, è ormai un re senza terra, un conquistatore senza bottino. Il suo carisma e la sua parlantina riescono a tenere a bada i marinai sfiniti e rabbiosi, ma per quanto ancora? Ameyro invece è preoccupato per il suo popolo: ha sempre vissuto in pace su quell’isola semplice e rigogliosa, e ora quelle navi e quella misera ciurma stanno insediando le loro spiagge.
Wissler si muove tra storia e fantasia, tra narrativa e saggistica, per raccontare la quarta spedizione di Colombo, l’ultima avventura di una delle figure più controverse dell’età moderna: non un’eroica storia di vittorie ma la fine di un personaggio prima mitizzato e poi screditato.
Oggi si abbattono le sue statue e si pensa di cancellare il Columbus Day perché simbolo di conquista e sopraffazione, ma neppure ai suoi tempi Colombo venne davvero capito e apprezzato. Con una prospettiva del tutto nuova, Wissler intrattiene, appassiona e, soprattutto, fa riflettere.
“Io sono Colombo, ammiraglio e viceré. Ho tentato l’impossibile e ho vinto il destino. Io sono l’uomo che ha trovato la rotta per questo mondo. L’ho fatto io e nessun altro”.
“Colombo è in piedi sulla roccia e percepisce la rabbia per l’ipocrisia della regina, per l’ingratitudine del re e per i suoi azzeccagarbugli, per l’arrogante, fannullona, incorreggibile classe nobiliare, per la Chiesa spietatamente esigente. Per tutti gli approfittatori e provocatori che stanno comodi a casa loro, nei loro letti caldi, mentre il suo letto di piume è un puzzolente sacco di paglia. Il suo pasto serale è un capromide semicrudo. Il suo castello è un’instabile capanna di legno in coperta del relitto di una nave rosicchiata. Complimenti, Colombo”.
“Voi da Palos credete che si possa semplicemente salpare a vele spiegate, avanzando, senza piani né calcoli, e ottenere così gloria e ricchezza? Adesso vedi che non è così semplice. Che anche Colombo è rimasto bagnato fino alle ossa per giorni, settimane, mesi interi. Che anche a lui sparavano le frecce. Le bestie dagli occhi sanguinosi stavano in agguato anche per lui. E che rimane sveglio, mentre gli altri dormono. Questo racconterai a Palos, marinaio”.
“La storia della vita tanto tragica quanto stravagante di uno dei più grandi esploratori. Ricca di umorismo e narrata con maestria”.
– Siegmund Kopitzki, giornalista
“La scoperta dell’America si è presto rivelata un raid su larga scala e il preludio al genocidio. Ecco perché non solo i monumenti vengono abbattuti, ma anche la figura di Colombo viene decostruita in molti modi. E Wolfgang Wissler lo fa con grazia nel suo libro sull’“esploratore mancato”.
– Franz Schmider, Badische Zeitung
Una parte dell’equipaggio si è ammutinata, gli indigeni non si lasciano più ingannare da grezze perle di vetro, gli spagnoli che occupano la vicina isola di Hispaniola non sembrano intenzionati a inviare soccorsi.
Lui, Cristoforo Colombo, è ormai un re senza terra, un conquistatore senza bottino. Il suo carisma e la sua parlantina riescono a tenere a bada i marinai sfiniti e rabbiosi, ma per quanto ancora? Ameyro invece è preoccupato per il suo popolo: ha sempre vissuto in pace su quell’isola semplice e rigogliosa, e ora quelle navi e quella misera ciurma stanno insediando le loro spiagge.
Wissler si muove tra storia e fantasia, tra narrativa e saggistica, per raccontare la quarta spedizione di Colombo, l’ultima avventura di una delle figure più controverse dell’età moderna: non un’eroica storia di vittorie ma la fine di un personaggio prima mitizzato e poi screditato.
Oggi si abbattono le sue statue e si pensa di cancellare il Columbus Day perché simbolo di conquista e sopraffazione, ma neppure ai suoi tempi Colombo venne davvero capito e apprezzato. Con una prospettiva del tutto nuova, Wissler intrattiene, appassiona e, soprattutto, fa riflettere.
“Io sono Colombo, ammiraglio e viceré. Ho tentato l’impossibile e ho vinto il destino. Io sono l’uomo che ha trovato la rotta per questo mondo. L’ho fatto io e nessun altro”.
“Colombo è in piedi sulla roccia e percepisce la rabbia per l’ipocrisia della regina, per l’ingratitudine del re e per i suoi azzeccagarbugli, per l’arrogante, fannullona, incorreggibile classe nobiliare, per la Chiesa spietatamente esigente. Per tutti gli approfittatori e provocatori che stanno comodi a casa loro, nei loro letti caldi, mentre il suo letto di piume è un puzzolente sacco di paglia. Il suo pasto serale è un capromide semicrudo. Il suo castello è un’instabile capanna di legno in coperta del relitto di una nave rosicchiata. Complimenti, Colombo”.
“Voi da Palos credete che si possa semplicemente salpare a vele spiegate, avanzando, senza piani né calcoli, e ottenere così gloria e ricchezza? Adesso vedi che non è così semplice. Che anche Colombo è rimasto bagnato fino alle ossa per giorni, settimane, mesi interi. Che anche a lui sparavano le frecce. Le bestie dagli occhi sanguinosi stavano in agguato anche per lui. E che rimane sveglio, mentre gli altri dormono. Questo racconterai a Palos, marinaio”.
“La storia della vita tanto tragica quanto stravagante di uno dei più grandi esploratori. Ricca di umorismo e narrata con maestria”.
– Siegmund Kopitzki, giornalista
“La scoperta dell’America si è presto rivelata un raid su larga scala e il preludio al genocidio. Ecco perché non solo i monumenti vengono abbattuti, ma anche la figura di Colombo viene decostruita in molti modi. E Wolfgang Wissler lo fa con grazia nel suo libro sull’“esploratore mancato”.
– Franz Schmider, Badische Zeitung
Wolfgang Wissler
lavora da quasi trent’anni per il Südkurier a Costanza. La sua ultima pubblicazione è Er sagt: Töte ihn!, un libro che raccoglie sette avvincenti racconti di omicidi.
Nessun sommario presente.
Eccolo lì, l’uomo acclamato dalla Spagna intera, l’uomo davanti al quale anche il re e la regina si sono alzati in piedi. Canuto e zoppicante sta lì a guardare la sua nave distrutta, arenata sulle coste della Giamaica.
Una parte dell’equipaggio si è ammutinata, gli indigeni non si lasciano più ingannare da grezze perle di vetro, gli spagnoli che occupano la vicina isola di Hispaniola non sembrano intenzionati a inviare soccorsi.
Lui, Cristoforo Colombo, è ormai un re senza terra, un conquistatore senza bottino. Il suo carisma e la sua parlantina riescono a tenere a bada i marinai sfiniti e rabbiosi, ma per quanto ancora? Ameyro invece è preoccupato per il suo popolo: ha sempre vissuto in pace su quell’isola semplice e rigogliosa, e ora quelle navi e quella misera ciurma stanno insediando le loro spiagge.
Wissler si muove tra storia e fantasia, tra narrativa e saggistica, per raccontare la quarta spedizione di Colombo, l’ultima avventura di una delle figure più controverse dell’età moderna: non un’eroica storia di vittorie ma la fine di un personaggio prima mitizzato e poi screditato.
Oggi si abbattono le sue statue e si pensa di cancellare il Columbus Day perché simbolo di conquista e sopraffazione, ma neppure ai suoi tempi Colombo venne davvero capito e apprezzato. Con una prospettiva del tutto nuova, Wissler intrattiene, appassiona e, soprattutto, fa riflettere.
“Io sono Colombo, ammiraglio e viceré. Ho tentato l’impossibile e ho vinto il destino. Io sono l’uomo che ha trovato la rotta per questo mondo. L’ho fatto io e nessun altro”.
“Colombo è in piedi sulla roccia e percepisce la rabbia per l’ipocrisia della regina, per l’ingratitudine del re e per i suoi azzeccagarbugli, per l’arrogante, fannullona, incorreggibile classe nobiliare, per la Chiesa spietatamente esigente. Per tutti gli approfittatori e provocatori che stanno comodi a casa loro, nei loro letti caldi, mentre il suo letto di piume è un puzzolente sacco di paglia. Il suo pasto serale è un capromide semicrudo. Il suo castello è un’instabile capanna di legno in coperta del relitto di una nave rosicchiata. Complimenti, Colombo”.
“Voi da Palos credete che si possa semplicemente salpare a vele spiegate, avanzando, senza piani né calcoli, e ottenere così gloria e ricchezza? Adesso vedi che non è così semplice. Che anche Colombo è rimasto bagnato fino alle ossa per giorni, settimane, mesi interi. Che anche a lui sparavano le frecce. Le bestie dagli occhi sanguinosi stavano in agguato anche per lui. E che rimane sveglio, mentre gli altri dormono. Questo racconterai a Palos, marinaio”.
“La storia della vita tanto tragica quanto stravagante di uno dei più grandi esploratori. Ricca di umorismo e narrata con maestria”.
– Siegmund Kopitzki, giornalista
“La scoperta dell’America si è presto rivelata un raid su larga scala e il preludio al genocidio. Ecco perché non solo i monumenti vengono abbattuti, ma anche la figura di Colombo viene decostruita in molti modi. E Wolfgang Wissler lo fa con grazia nel suo libro sull’“esploratore mancato”.
– Franz Schmider, Badische Zeitung
Una parte dell’equipaggio si è ammutinata, gli indigeni non si lasciano più ingannare da grezze perle di vetro, gli spagnoli che occupano la vicina isola di Hispaniola non sembrano intenzionati a inviare soccorsi.
Lui, Cristoforo Colombo, è ormai un re senza terra, un conquistatore senza bottino. Il suo carisma e la sua parlantina riescono a tenere a bada i marinai sfiniti e rabbiosi, ma per quanto ancora? Ameyro invece è preoccupato per il suo popolo: ha sempre vissuto in pace su quell’isola semplice e rigogliosa, e ora quelle navi e quella misera ciurma stanno insediando le loro spiagge.
Wissler si muove tra storia e fantasia, tra narrativa e saggistica, per raccontare la quarta spedizione di Colombo, l’ultima avventura di una delle figure più controverse dell’età moderna: non un’eroica storia di vittorie ma la fine di un personaggio prima mitizzato e poi screditato.
Oggi si abbattono le sue statue e si pensa di cancellare il Columbus Day perché simbolo di conquista e sopraffazione, ma neppure ai suoi tempi Colombo venne davvero capito e apprezzato. Con una prospettiva del tutto nuova, Wissler intrattiene, appassiona e, soprattutto, fa riflettere.
“Io sono Colombo, ammiraglio e viceré. Ho tentato l’impossibile e ho vinto il destino. Io sono l’uomo che ha trovato la rotta per questo mondo. L’ho fatto io e nessun altro”.
“Colombo è in piedi sulla roccia e percepisce la rabbia per l’ipocrisia della regina, per l’ingratitudine del re e per i suoi azzeccagarbugli, per l’arrogante, fannullona, incorreggibile classe nobiliare, per la Chiesa spietatamente esigente. Per tutti gli approfittatori e provocatori che stanno comodi a casa loro, nei loro letti caldi, mentre il suo letto di piume è un puzzolente sacco di paglia. Il suo pasto serale è un capromide semicrudo. Il suo castello è un’instabile capanna di legno in coperta del relitto di una nave rosicchiata. Complimenti, Colombo”.
“Voi da Palos credete che si possa semplicemente salpare a vele spiegate, avanzando, senza piani né calcoli, e ottenere così gloria e ricchezza? Adesso vedi che non è così semplice. Che anche Colombo è rimasto bagnato fino alle ossa per giorni, settimane, mesi interi. Che anche a lui sparavano le frecce. Le bestie dagli occhi sanguinosi stavano in agguato anche per lui. E che rimane sveglio, mentre gli altri dormono. Questo racconterai a Palos, marinaio”.
“La storia della vita tanto tragica quanto stravagante di uno dei più grandi esploratori. Ricca di umorismo e narrata con maestria”.
– Siegmund Kopitzki, giornalista
“La scoperta dell’America si è presto rivelata un raid su larga scala e il preludio al genocidio. Ecco perché non solo i monumenti vengono abbattuti, ma anche la figura di Colombo viene decostruita in molti modi. E Wolfgang Wissler lo fa con grazia nel suo libro sull’“esploratore mancato”.
– Franz Schmider, Badische Zeitung
Isbn: 978-88-6288-749-6
Pagine: 224
Formato: copertina flessibile con alette
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Nessun sommario presente.
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lavora da quasi trent’anni per il Südkurier a Costanza. La sua ultima pubblicazione è Er sagt: Töte ihn!, un libro che raccoglie sette avvincenti racconti di omicidi.
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