Il caso Adolf Hitler
Psicobiografie di un dittatore
Anna Lisa Carlotti
Il caso Adolf Hitler
Psicobiografie di un dittatore
Anna Lisa Carlotti
Partendo dal primo tentativo sistematico di psicobiografia – lo studio di Langer del 1943 – per proseguire poi con quelli di Erikson, Fromm, Lasswell e altri, l’autrice di questo volume ricostruisce la personalità del Führer. Ma la domanda iniziale – Hitler era un pazzo? – diventa, nel corso dell’analisi, secondaria: dall’infanzia al suicidio la storia personale di Hitler s’intreccia con quella di milioni di persone, fino a diventare la chiave di lettura di un’epoca. Fondamentale diventa allora il rapporto tra il Führer e la massa: perché milioni di tedeschi (ma anche molti politici e intellettuali stranieri) considerarono l’ideologia di Hitler "corretta" e "adatta" a quella situazione di crisi politica, sociale e morale?
Un volume che, nel ricostruire l’evoluzione personale e politica di Hitler e della società tedesca degli anni Venti e Trenta e dei suoi rapporti con quella italiana ed europea, risulta di notevole interesse non solo per gli storici, ma anche per gli psicologi; per tutti coloro, cioè, che sono interessati al "caso A.(dolf) H.(itler)". O, più in generale, al "caso N.(azismo)".
uomini che possono apparire insignificanti possono in effetti sembrarlo,
ma allorché essi si trovano in una situazione che sconcerta gli altri, li fuorvia,
qualità geniali si manifestano in coloro che sembrano gente qualunque."
– Adolf Hitler, Mein Kampf
di maturità e neppure l’ammissione all’Accademia di Belle Arti di Vienna e che,
nonostante un provato coraggio durante la Prima guerra mondiale,
non era rimasto che al grado di caporale: che un simile uomo abbia potuto
diventare Cancelliere del Reich e alla fine il terrore del mondo intero
a tutta prima sembra cosa del tutto assurda."
- Christoph Lindenberg, La tecnica del male
Anna Lisa Carlotti
Anna Lisa Carlotti è stata per oltre quarant’anni ricercatrice di Storia contemporanea e docente di Storia del giornalismo e Storia dell’opinione pubblica presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Storia del Partito fascista sammarinese (Celuc 1973), Ipotesi sulla storia. Introduzione alla metodologia della ricerca storica (Giuffrè 1977), Storia, psicologia, psicoanalisi. Metodologie a confronto (Franco Angeli 1984), La professione giornalistica in Europa (a cura di, ISU 2001), Problemi di storia del giornalismo (a cura di, ISU 1994), Italia 1939-1945: storia e memoria (a cura di, Vita e Pensiero 1996), Usi e abusi dell’immagine fotografica (a cura di, ISU 1996), Fotografia e fotografi a Milano dall’Ottocento a oggi (Abitare Segesta 2000).
Partendo dal primo tentativo sistematico di psicobiografia – lo studio di Langer del 1943 – per proseguire poi con quelli di Erikson, Fromm, Lasswell e altri, l’autrice di questo volume ricostruisce la personalità del Führer. Ma la domanda iniziale – Hitler era un pazzo? – diventa, nel corso dell’analisi, secondaria: dall’infanzia al suicidio la storia personale di Hitler s’intreccia con quella di milioni di persone, fino a diventare la chiave di lettura di un’epoca. Fondamentale diventa allora il rapporto tra il Führer e la massa: perché milioni di tedeschi (ma anche molti politici e intellettuali stranieri) considerarono l’ideologia di Hitler "corretta" e "adatta" a quella situazione di crisi politica, sociale e morale?
Un volume che, nel ricostruire l’evoluzione personale e politica di Hitler e della società tedesca degli anni Venti e Trenta e dei suoi rapporti con quella italiana ed europea, risulta di notevole interesse non solo per gli storici, ma anche per gli psicologi; per tutti coloro, cioè, che sono interessati al "caso A.(dolf) H.(itler)". O, più in generale, al "caso N.(azismo)".
uomini che possono apparire insignificanti possono in effetti sembrarlo,
ma allorché essi si trovano in una situazione che sconcerta gli altri, li fuorvia,
qualità geniali si manifestano in coloro che sembrano gente qualunque."
– Adolf Hitler, Mein Kampf
di maturità e neppure l’ammissione all’Accademia di Belle Arti di Vienna e che,
nonostante un provato coraggio durante la Prima guerra mondiale,
non era rimasto che al grado di caporale: che un simile uomo abbia potuto
diventare Cancelliere del Reich e alla fine il terrore del mondo intero
a tutta prima sembra cosa del tutto assurda."
- Christoph Lindenberg, La tecnica del male
Anna Lisa Carlotti
Anna Lisa Carlotti è stata per oltre quarant’anni ricercatrice di Storia contemporanea e docente di Storia del giornalismo e Storia dell’opinione pubblica presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Storia del Partito fascista sammarinese (Celuc 1973), Ipotesi sulla storia. Introduzione alla metodologia della ricerca storica (Giuffrè 1977), Storia, psicologia, psicoanalisi. Metodologie a confronto (Franco Angeli 1984), La professione giornalistica in Europa (a cura di, ISU 2001), Problemi di storia del giornalismo (a cura di, ISU 1994), Italia 1939-1945: storia e memoria (a cura di, Vita e Pensiero 1996), Usi e abusi dell’immagine fotografica (a cura di, ISU 1996), Fotografia e fotografi a Milano dall’Ottocento a oggi (Abitare Segesta 2000).
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