Catalogo Musica Meet me in the bathroom
Novità
Collana: OMu - Odoya Musica Numero di collana: 50 Isbn: 978-88-6288-798-4 Pagine: 528 Formato: copertina flessibile con alette Misure: 15.5 x 21 cm Data di pubblicazione: 05/05/2023
Autore: Lizzy Goodman Traduzione: Irene Micheli Amodeo
Novità

Meet me in the bathroom

Rinascita e rock’n’roll a New York (2001-2011)

Lizzy Goodman

Meet me in the bathroom

Rinascita e rock’n’roll a New York (2001-2011)

Lizzy Goodman

sconto 5%
23,75€ 25,00€
Alla fine degli anni Novanta, New York aveva ormai abbandonato il ruolo di avanguardia musicale, sostituita da Seattle e Londra. Anche i colossi dell’industria della musica erano in caduta libera, insidiati dalle nuove forme di tecnologia e dall’aumento del mercato immobiliare che costringeva gli artisti a cercare città più abbordabili. Poi ci fu l’11 settembre 2001. L’intero paese precipitò in uno stato di dolore e incertezza, e fu allora che alcune band che avevano affinato la loro arte nell’ombra si trovarono a essere il riflesso di una città determinata a riprendersi dalla devastazione che l’aveva colpita. Gruppi come Strokes, Yeah Yeah Yeahs, Interpol, Vampire Weekend e LCD Soundsystem divennero i simboli di un glamour giovane, di una generazione che cercava un inno per il suo futuro. Dai club del Lower East Side ai capannoni di Williamsburg, Lizzy Goodman offre un affascinante ritratto di un’epoca che ha cambiato non solo la musica mondiale ma anche l’aspetto della stessa città di New York.
In un’avvincente oral history, sono gli stessi artisti, giornalisti, fotografi, produttori musicali e tanti altri a dar voce (in quasi 200 interviste) a un tempo e un luogo che hanno formato una nuova era nel rock’n’roll moderno. Una seconda generazione attendeva con impazienza dietro le quinte: Franz Ferdinand, Killers e Kings of Leon, che avevano quasi rinunciato a evadere dai loro angoli di provincia, ricevettero il messaggio che il rock era tornato e usarono i club di New York come trampolini di lancio verso concerti da sold out nelle arene di tutto il mondo.
Da questo libro è uscito, nel 2022, l’omonimo documentario diretto da Dylan Southern e Will Lovelace.


“Lizzy Goodman ha prodotto un classico. Tutti i gossip di Strokes, LCD Soundsystem, Yeah Yeah Yeahs e Ryan Adams che avete sempre voluto sapere sono proprio qui in questo epico e appassionato sguardo a una New York molto diversa”.
Rolling Stone

“Il divertente racconto orale sulla storia dei primi anni Duemila a New York è un monumento di quella magia che capita quando gioventù, edonismo, ambizione e talento coincidono”.
New Yorker

“Un’evocativa oral history ricca di gossip e aneddoti. Un affezionato racconto dell’erratica evoluzione della scena rock”.
New York Times
Lizzy Goodman
È una giornalista i cui articoli su rock’n’roll, moda e cultura pop sono apparsi su New York Times, New York Times Magazine, Rolling Stone, Spin, Nylon, Interview e NME. È collaboratrice assidua del New York Magazine e di ELLE. Vive nell’Upstate New York.
I personaggi
Introduzione
Gioventù e abbandono

PARTE I
NOSTALGIA DI UN’ORA FA

“Il luogo in cui tutto può succedere”
A New York non ci sono band fighe
“Pessima giornata, per i nostri genitori”
“Sembravano dei ragazzini viziati sotto acidi”
“Alcohol, Blow, Crack, Death”
“Cominciavano a saltare fuori diversi gruppetti”
“Nessuno viene qui per bere”
La dance ci salverà tutti?
Il Plantain Studio e la nascita della DFA
Tomorrow Never Knows
“Nessuno veniva pagato, nessuno prendeva dei soldi”
“Quando è importante essere una band?”
Questa faccenda del web
I Rapture al Plant Bar
I taxi nemmeno ci vanno, laggiù
“Hanno avuto un contratto a quanti zeri?!”

PARTE II
LA CLASSE DEL 2001

Gli Strokes
Gli Interpol
Come una gang
Gli Yeah Yeah Yeahs
La faccenda del freak folk
Tutti i mercoledì al Mercury Lounge
“Fanculo, entrerò in quella band”
Anarchy in the UK
“Festa tascabile”
I primi a farli firmare
“Fidati di me”
“Nel regno unito sono pazzi”
Occhi puntati su NYC
11 settembre 2001
“Quel concerto degli Strokes all’Hammerstein
a Halloween che è diventato leggenda”
“C’è qualcuno che ne parla, fuori da New York?”
“Si era aperto il vaso di Pandora”
“It’s Our Time”
“Anime in pena”
La zona rosa
“Il concerto del $2 Bill… Uff”
“La mia New York sono gli Interpol”
“Siamo riusciti a rendere la nostra attività assurda al cento percento”
“L’abbiamo fatta franca”
“Erano tutti stufi di Echoes”
“Losing my Edge”
“Erano disposti ad aspettare”
“Una cosa che non ha senso ma funziona”
The Uncool Kids
“Praticamente non avevamo regole”
Strokes vs. Stripes
“Mi piace ’sta cosa di Internet”
Il ritorno del rock?
“Prendono tutti i nostri trucchi britpop e ce li rivendono”
“Questi ragazzi avranno più successo di chiunque altro”

PARTE III
IL NUOVO UNDERGROUND GLOBALE

La fine di un’era e l’inizio di un’altra
“Gli Strokes, quelli famosi da fare schifo”
“Usare il charleston è come lavorare in una cantina di vini esotici”
“Con l’eroina è come… oltrepassare il limite”
“Se si doveva credere a quanto scrivevano, Williamsburg era il nuovo Village”
Soviet Kitsch
I Kings of Leon
Il Columbia Hotel
“Ho solo sedici anni e ho già avuto tre volte le piattole”
La struttura della dfa comincia a crollare
Room on Fire
“Di certo ci sono dei rancori, qui"
The Wrestler
“Quindi i quarantenni di Boston ascoltano gli Interpol”
“Fanculo le regole di Internet”
Disneyficazione
“When the President Talks to God”
“Eravamo tutti protagonisti di una specie di reality sulla nostra vita notturna”

PARTE IV
LA NASCITA DI BROOKLYN

“Rock da collezione di dischi”
“I diverbi non mancano, ma in fondo è tutta questione di fiducia”
“Il processo creativo può premiare l’ego, sì, ma può anche ferirlo”
Svendersi è un concetto antiquato
I Vampire Weekend
Apocalypse Strokes
“Erudito da morire”
“Sono nati dalle ceneri dei Jonathan Fire*Eater”
“Non ha senso descrivere la musica come fighetta”
“Non eravamo esattamente quello che si dice una band da party”
La Halsey House
“The Speed of Buzz”
“Io volevo darci dentro come una stronza, ed è quello che ho fatto”
Citato in giudizio
“Quando la mia fase magica sarà passata, non credo che smetterò di fare musica e che mi darò al giardinaggio”
“Lo abbiamo tenuto in caldo per voi stronzi”

PARTE V
“NEW YORK, I LOVE YOU, BUT YOU’RE BRINGING ME DOWN”

“Insomma, cosa c’è di più rock’n’roll del Madison Square Garden e di un mic drop?”
Le ultime rock star

Ringraziamenti
Alla fine degli anni Novanta, New York aveva ormai abbandonato il ruolo di avanguardia musicale, sostituita da Seattle e Londra. Anche i colossi dell’industria della musica erano in caduta libera, insidiati dalle nuove forme di tecnologia e dall’aumento del mercato immobiliare che costringeva gli artisti a cercare città più abbordabili. Poi ci fu l’11 settembre 2001. L’intero paese precipitò in uno stato di dolore e incertezza, e fu allora che alcune band che avevano affinato la loro arte nell’ombra si trovarono a essere il riflesso di una città determinata a riprendersi dalla devastazione che l’aveva colpita. Gruppi come Strokes, Yeah Yeah Yeahs, Interpol, Vampire Weekend e LCD Soundsystem divennero i simboli di un glamour giovane, di una generazione che cercava un inno per il suo futuro. Dai club del Lower East Side ai capannoni di Williamsburg, Lizzy Goodman offre un affascinante ritratto di un’epoca che ha cambiato non solo la musica mondiale ma anche l’aspetto della stessa città di New York.
In un’avvincente oral history, sono gli stessi artisti, giornalisti, fotografi, produttori musicali e tanti altri a dar voce (in quasi 200 interviste) a un tempo e un luogo che hanno formato una nuova era nel rock’n’roll moderno. Una seconda generazione attendeva con impazienza dietro le quinte: Franz Ferdinand, Killers e Kings of Leon, che avevano quasi rinunciato a evadere dai loro angoli di provincia, ricevettero il messaggio che il rock era tornato e usarono i club di New York come trampolini di lancio verso concerti da sold out nelle arene di tutto il mondo.
Da questo libro è uscito, nel 2022, l’omonimo documentario diretto da Dylan Southern e Will Lovelace.


“Lizzy Goodman ha prodotto un classico. Tutti i gossip di Strokes, LCD Soundsystem, Yeah Yeah Yeahs e Ryan Adams che avete sempre voluto sapere sono proprio qui in questo epico e appassionato sguardo a una New York molto diversa”.
Rolling Stone

“Il divertente racconto orale sulla storia dei primi anni Duemila a New York è un monumento di quella magia che capita quando gioventù, edonismo, ambizione e talento coincidono”.
New Yorker

“Un’evocativa oral history ricca di gossip e aneddoti. Un affezionato racconto dell’erratica evoluzione della scena rock”.
New York Times
Collana: OMu - Odoya Musica Numero di collana: 50 Isbn: 978-88-6288-798-4 Pagine: 528 Formato: copertina flessibile con alette Misure: 15.5 x 21 cm Data di pubblicazione: 05/05/2023
Autore: Lizzy Goodman Traduzione: Irene Micheli Amodeo
I personaggi
Introduzione
Gioventù e abbandono

PARTE I
NOSTALGIA DI UN’ORA FA

“Il luogo in cui tutto può succedere”
A New York non ci sono band fighe
“Pessima giornata, per i nostri genitori”
“Sembravano dei ragazzini viziati sotto acidi”
“Alcohol, Blow, Crack, Death”
“Cominciavano a saltare fuori diversi gruppetti”
“Nessuno viene qui per bere”
La dance ci salverà tutti?
Il Plantain Studio e la nascita della DFA
Tomorrow Never Knows
“Nessuno veniva pagato, nessuno prendeva dei soldi”
“Quando è importante essere una band?”
Questa faccenda del web
I Rapture al Plant Bar
I taxi nemmeno ci vanno, laggiù
“Hanno avuto un contratto a quanti zeri?!”

PARTE II
LA CLASSE DEL 2001

Gli Strokes
Gli Interpol
Come una gang
Gli Yeah Yeah Yeahs
La faccenda del freak folk
Tutti i mercoledì al Mercury Lounge
“Fanculo, entrerò in quella band”
Anarchy in the UK
“Festa tascabile”
I primi a farli firmare
“Fidati di me”
“Nel regno unito sono pazzi”
Occhi puntati su NYC
11 settembre 2001
“Quel concerto degli Strokes all’Hammerstein
a Halloween che è diventato leggenda”
“C’è qualcuno che ne parla, fuori da New York?”
“Si era aperto il vaso di Pandora”
“It’s Our Time”
“Anime in pena”
La zona rosa
“Il concerto del $2 Bill… Uff”
“La mia New York sono gli Interpol”
“Siamo riusciti a rendere la nostra attività assurda al cento percento”
“L’abbiamo fatta franca”
“Erano tutti stufi di Echoes”
“Losing my Edge”
“Erano disposti ad aspettare”
“Una cosa che non ha senso ma funziona”
The Uncool Kids
“Praticamente non avevamo regole”
Strokes vs. Stripes
“Mi piace ’sta cosa di Internet”
Il ritorno del rock?
“Prendono tutti i nostri trucchi britpop e ce li rivendono”
“Questi ragazzi avranno più successo di chiunque altro”

PARTE III
IL NUOVO UNDERGROUND GLOBALE

La fine di un’era e l’inizio di un’altra
“Gli Strokes, quelli famosi da fare schifo”
“Usare il charleston è come lavorare in una cantina di vini esotici”
“Con l’eroina è come… oltrepassare il limite”
“Se si doveva credere a quanto scrivevano, Williamsburg era il nuovo Village”
Soviet Kitsch
I Kings of Leon
Il Columbia Hotel
“Ho solo sedici anni e ho già avuto tre volte le piattole”
La struttura della dfa comincia a crollare
Room on Fire
“Di certo ci sono dei rancori, qui"
The Wrestler
“Quindi i quarantenni di Boston ascoltano gli Interpol”
“Fanculo le regole di Internet”
Disneyficazione
“When the President Talks to God”
“Eravamo tutti protagonisti di una specie di reality sulla nostra vita notturna”

PARTE IV
LA NASCITA DI BROOKLYN

“Rock da collezione di dischi”
“I diverbi non mancano, ma in fondo è tutta questione di fiducia”
“Il processo creativo può premiare l’ego, sì, ma può anche ferirlo”
Svendersi è un concetto antiquato
I Vampire Weekend
Apocalypse Strokes
“Erudito da morire”
“Sono nati dalle ceneri dei Jonathan Fire*Eater”
“Non ha senso descrivere la musica come fighetta”
“Non eravamo esattamente quello che si dice una band da party”
La Halsey House
“The Speed of Buzz”
“Io volevo darci dentro come una stronza, ed è quello che ho fatto”
Citato in giudizio
“Quando la mia fase magica sarà passata, non credo che smetterò di fare musica e che mi darò al giardinaggio”
“Lo abbiamo tenuto in caldo per voi stronzi”

PARTE V
“NEW YORK, I LOVE YOU, BUT YOU’RE BRINGING ME DOWN”

“Insomma, cosa c’è di più rock’n’roll del Madison Square Garden e di un mic drop?”
Le ultime rock star

Ringraziamenti
Lizzy Goodman
È una giornalista i cui articoli su rock’n’roll, moda e cultura pop sono apparsi su New York Times, New York Times Magazine, Rolling Stone, Spin, Nylon, Interview e NME. È collaboratrice assidua del New York Magazine e di ELLE. Vive nell’Upstate New York.
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