
Isbn: 978-88-6288-842-4
Pagine: 140
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 14.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 23/05/2024
Autore:
Analía Iglesias,
Martha Zein
Traduzione:
Rachele Pondrano

Il porno in tempi osceni
Cosa nasconde il buco
Analía Iglesias, Martha Zein
Il porno in tempi osceni
Cosa nasconde il buco
Analía Iglesias, Martha Zein
sconto
5%
15,20€
16,00€
Sì. Consumiamo porno. Molto, molto spesso e sempre di più. I tempi in cui si usava soltanto l’immaginazione per creare le proprie fantasie sembrano un passato lontanissimo. Oggi la pornografia passa, inevitabilmente, attraverso uno schermo. È venduta come espressione di ribellione contro la morale conservatrice; è promossa in nome delle libertà e tuttavia non sta portando alcuna rivoluzione libertaria o collettiva.
Le nostre vite vengono “pornografate”, e gli adolescenti assimilano come diritto lo sfruttamento senza moderazione del proprio erotismo, delle proprie fantasie e persino della privacy altrui. Il solo fatto di sollevare l’ipotesi che ciò possa avere conseguenze negative per la nostra sessualità sembra tipico di moralisti e bigotti. Ma l’educazione sessuale dei giovani passa anche attraverso il porno, gratuito, vario e disponibile ventiquattro ore al giorno attraverso la rete.
Occorre chiedersi, quindi, cosa nasconde il buco della pornografia? Quale ego dilata? In che modo influenza il nostro modo di vedere e comprendere la sessualità? Accendere la fotocamera dei nostri telefoni e registrarci impegnati in sesso esplicito è un modo volontario per avere un impatto sugli altri o è un imperativo della società che consuma esperienze? Il consumo di pornografia ci libera o, al contrario, mercifica i corpi, soprattutto nel caso dei corpi femminili?
Analía Iglesias e Martha Zein, in questo illuminante saggio, scagliano una prima pietra fatta di testi curiosi e riflessivi, senza mai nascondere la mano ma, anzi, portando alla luce tutti gli aspetti dell’epoca “pornonativa” della quale siamo parte.
Non c’è passione che non possa essere commercializzata.
Non c’è carne, bocca o culo che non abbia un’opinione da condividere.
Le nostre vite vengono “pornografate”, e gli adolescenti assimilano come diritto lo sfruttamento senza moderazione del proprio erotismo, delle proprie fantasie e persino della privacy altrui. Il solo fatto di sollevare l’ipotesi che ciò possa avere conseguenze negative per la nostra sessualità sembra tipico di moralisti e bigotti. Ma l’educazione sessuale dei giovani passa anche attraverso il porno, gratuito, vario e disponibile ventiquattro ore al giorno attraverso la rete.
Occorre chiedersi, quindi, cosa nasconde il buco della pornografia? Quale ego dilata? In che modo influenza il nostro modo di vedere e comprendere la sessualità? Accendere la fotocamera dei nostri telefoni e registrarci impegnati in sesso esplicito è un modo volontario per avere un impatto sugli altri o è un imperativo della società che consuma esperienze? Il consumo di pornografia ci libera o, al contrario, mercifica i corpi, soprattutto nel caso dei corpi femminili?
Analía Iglesias e Martha Zein, in questo illuminante saggio, scagliano una prima pietra fatta di testi curiosi e riflessivi, senza mai nascondere la mano ma, anzi, portando alla luce tutti gli aspetti dell’epoca “pornonativa” della quale siamo parte.
Non c’è passione che non possa essere commercializzata.
Non c’è carne, bocca o culo che non abbia un’opinione da condividere.
Analía Iglesias
È una scrittrice e giornalista argentina che vive in Spagna. Per El País ha coordinato per cinque anni il blog Eros e attualmente collabora con gli inserti Planeta Futuro e El Viajero. Come saggista, indaga l’affettività e la sessualità in rapporto alla funzione che svolgono nella società dei consumi attuale. È stata docente universitaria, programmatrice cinematografica e membro di giuria in diversi festival in Europa e in Africa. Collabora anche con CTXT e altri media spagnoli e latinoamericani, con articoli su arte, diritti umani, genere e uguaglianza. @analiaiglesMartha Zein
È una narratrice. Ha pubblicato otto saggi relativi alla geostrategia e all’etica in Medio Oriente. Nel campo audiovisivo si è occupata di documentari investigativi sulla violenza di Stato, che hanno vinto cinque premi internazionali, e ha sviluppato una propria azienda di produzione basata sulla green production con l’etichetta Producciones Orgánicas. Come narrative coach, aiuta coloro che vogliono raccontare delle storie e credono di non saperlo fare.www.marthazein.com
Prologo
1. L’individuo moderato
Spogliare la moderazione: perché il porno ci eccita
Fuggire dal corpo. Da santa Teresa al manga
Il porno come centro del linguaggio: prefissi, suffissi e il frullatore
Le prostitute non scrivevano porno-grafia
Carne senza grazia
2. Il trompe-l’oeil liberale
Ring e fango. Scaffali ed etichette
Il desiderio come diritto (tutte ci meritiamo di scopare)
Disinfettato dall’empatia, il negozio risplende
Manuale per evitare l’incontro
Resi spavaldi dal porno. Violentare va di moda
3. La cartilagine dell’azienda
Il cazzo
Dilatare (o, il buco)
Il porno per chi ci lavora
Look Trump Tower
La fantasia non è immaginazione
Quello che non si confessa: la mamma
L’etica è il solvente
4. La riscrittura interminabile
Nessuno vuole essere moralista
Perché le ragazze nei porno non ridono
Quelle che stavano davanti si misero dietro
C’è il business, c’è il racconto
Il porno cool: prima tu, dolcezza
Quando le porno-femministe si sbiancano il culo
5. Pornonativi
Porno, pasticche, poker: le tre P dell’educazione sentimentale
@adolescente #postcoito;) Replicanti di buona volontà
Insaziabili: l’orgia come utopia
#nofilter #nomakeup #nophotoshop, merce sfusa
Epilogo
Dalla luce del sexy shop alla luce interiore (e le nostre ombre)
Eliminare il tossico dall’immaginario e abitare il linguaggio
Fili. Il legame con tutto ciò che è vivo
Meno porno e più Eros (quando Narciso smette di gongolarsi)
Amare è dare
Glossario
Bibliografia
1. L’individuo moderato
Spogliare la moderazione: perché il porno ci eccita
Fuggire dal corpo. Da santa Teresa al manga
Il porno come centro del linguaggio: prefissi, suffissi e il frullatore
Le prostitute non scrivevano porno-grafia
Carne senza grazia
2. Il trompe-l’oeil liberale
Ring e fango. Scaffali ed etichette
Il desiderio come diritto (tutte ci meritiamo di scopare)
Disinfettato dall’empatia, il negozio risplende
Manuale per evitare l’incontro
Resi spavaldi dal porno. Violentare va di moda
3. La cartilagine dell’azienda
Il cazzo
Dilatare (o, il buco)
Il porno per chi ci lavora
Look Trump Tower
La fantasia non è immaginazione
Quello che non si confessa: la mamma
L’etica è il solvente
4. La riscrittura interminabile
Nessuno vuole essere moralista
Perché le ragazze nei porno non ridono
Quelle che stavano davanti si misero dietro
C’è il business, c’è il racconto
Il porno cool: prima tu, dolcezza
Quando le porno-femministe si sbiancano il culo
5. Pornonativi
Porno, pasticche, poker: le tre P dell’educazione sentimentale
@adolescente #postcoito;) Replicanti di buona volontà
Insaziabili: l’orgia come utopia
#nofilter #nomakeup #nophotoshop, merce sfusa
Epilogo
Dalla luce del sexy shop alla luce interiore (e le nostre ombre)
Eliminare il tossico dall’immaginario e abitare il linguaggio
Fili. Il legame con tutto ciò che è vivo
Meno porno e più Eros (quando Narciso smette di gongolarsi)
Amare è dare
Glossario
Bibliografia
Sì. Consumiamo porno. Molto, molto spesso e sempre di più. I tempi in cui si usava soltanto l’immaginazione per creare le proprie fantasie sembrano un passato lontanissimo. Oggi la pornografia passa, inevitabilmente, attraverso uno schermo. È venduta come espressione di ribellione contro la morale conservatrice; è promossa in nome delle libertà e tuttavia non sta portando alcuna rivoluzione libertaria o collettiva.
Le nostre vite vengono “pornografate”, e gli adolescenti assimilano come diritto lo sfruttamento senza moderazione del proprio erotismo, delle proprie fantasie e persino della privacy altrui. Il solo fatto di sollevare l’ipotesi che ciò possa avere conseguenze negative per la nostra sessualità sembra tipico di moralisti e bigotti. Ma l’educazione sessuale dei giovani passa anche attraverso il porno, gratuito, vario e disponibile ventiquattro ore al giorno attraverso la rete.
Occorre chiedersi, quindi, cosa nasconde il buco della pornografia? Quale ego dilata? In che modo influenza il nostro modo di vedere e comprendere la sessualità? Accendere la fotocamera dei nostri telefoni e registrarci impegnati in sesso esplicito è un modo volontario per avere un impatto sugli altri o è un imperativo della società che consuma esperienze? Il consumo di pornografia ci libera o, al contrario, mercifica i corpi, soprattutto nel caso dei corpi femminili?
Analía Iglesias e Martha Zein, in questo illuminante saggio, scagliano una prima pietra fatta di testi curiosi e riflessivi, senza mai nascondere la mano ma, anzi, portando alla luce tutti gli aspetti dell’epoca “pornonativa” della quale siamo parte.
Non c’è passione che non possa essere commercializzata.
Non c’è carne, bocca o culo che non abbia un’opinione da condividere.
Le nostre vite vengono “pornografate”, e gli adolescenti assimilano come diritto lo sfruttamento senza moderazione del proprio erotismo, delle proprie fantasie e persino della privacy altrui. Il solo fatto di sollevare l’ipotesi che ciò possa avere conseguenze negative per la nostra sessualità sembra tipico di moralisti e bigotti. Ma l’educazione sessuale dei giovani passa anche attraverso il porno, gratuito, vario e disponibile ventiquattro ore al giorno attraverso la rete.
Occorre chiedersi, quindi, cosa nasconde il buco della pornografia? Quale ego dilata? In che modo influenza il nostro modo di vedere e comprendere la sessualità? Accendere la fotocamera dei nostri telefoni e registrarci impegnati in sesso esplicito è un modo volontario per avere un impatto sugli altri o è un imperativo della società che consuma esperienze? Il consumo di pornografia ci libera o, al contrario, mercifica i corpi, soprattutto nel caso dei corpi femminili?
Analía Iglesias e Martha Zein, in questo illuminante saggio, scagliano una prima pietra fatta di testi curiosi e riflessivi, senza mai nascondere la mano ma, anzi, portando alla luce tutti gli aspetti dell’epoca “pornonativa” della quale siamo parte.
Non c’è passione che non possa essere commercializzata.
Non c’è carne, bocca o culo che non abbia un’opinione da condividere.
Isbn: 978-88-6288-842-4
Pagine: 140
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 14.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 23/05/2024
Autore:
Analía Iglesias,
Martha Zein
Traduzione:
Rachele Pondrano
Prologo
1. L’individuo moderato
Spogliare la moderazione: perché il porno ci eccita
Fuggire dal corpo. Da santa Teresa al manga
Il porno come centro del linguaggio: prefissi, suffissi e il frullatore
Le prostitute non scrivevano porno-grafia
Carne senza grazia
2. Il trompe-l’oeil liberale
Ring e fango. Scaffali ed etichette
Il desiderio come diritto (tutte ci meritiamo di scopare)
Disinfettato dall’empatia, il negozio risplende
Manuale per evitare l’incontro
Resi spavaldi dal porno. Violentare va di moda
3. La cartilagine dell’azienda
Il cazzo
Dilatare (o, il buco)
Il porno per chi ci lavora
Look Trump Tower
La fantasia non è immaginazione
Quello che non si confessa: la mamma
L’etica è il solvente
4. La riscrittura interminabile
Nessuno vuole essere moralista
Perché le ragazze nei porno non ridono
Quelle che stavano davanti si misero dietro
C’è il business, c’è il racconto
Il porno cool: prima tu, dolcezza
Quando le porno-femministe si sbiancano il culo
5. Pornonativi
Porno, pasticche, poker: le tre P dell’educazione sentimentale
@adolescente #postcoito;) Replicanti di buona volontà
Insaziabili: l’orgia come utopia
#nofilter #nomakeup #nophotoshop, merce sfusa
Epilogo
Dalla luce del sexy shop alla luce interiore (e le nostre ombre)
Eliminare il tossico dall’immaginario e abitare il linguaggio
Fili. Il legame con tutto ciò che è vivo
Meno porno e più Eros (quando Narciso smette di gongolarsi)
Amare è dare
Glossario
Bibliografia
1. L’individuo moderato
Spogliare la moderazione: perché il porno ci eccita
Fuggire dal corpo. Da santa Teresa al manga
Il porno come centro del linguaggio: prefissi, suffissi e il frullatore
Le prostitute non scrivevano porno-grafia
Carne senza grazia
2. Il trompe-l’oeil liberale
Ring e fango. Scaffali ed etichette
Il desiderio come diritto (tutte ci meritiamo di scopare)
Disinfettato dall’empatia, il negozio risplende
Manuale per evitare l’incontro
Resi spavaldi dal porno. Violentare va di moda
3. La cartilagine dell’azienda
Il cazzo
Dilatare (o, il buco)
Il porno per chi ci lavora
Look Trump Tower
La fantasia non è immaginazione
Quello che non si confessa: la mamma
L’etica è il solvente
4. La riscrittura interminabile
Nessuno vuole essere moralista
Perché le ragazze nei porno non ridono
Quelle che stavano davanti si misero dietro
C’è il business, c’è il racconto
Il porno cool: prima tu, dolcezza
Quando le porno-femministe si sbiancano il culo
5. Pornonativi
Porno, pasticche, poker: le tre P dell’educazione sentimentale
@adolescente #postcoito;) Replicanti di buona volontà
Insaziabili: l’orgia come utopia
#nofilter #nomakeup #nophotoshop, merce sfusa
Epilogo
Dalla luce del sexy shop alla luce interiore (e le nostre ombre)
Eliminare il tossico dall’immaginario e abitare il linguaggio
Fili. Il legame con tutto ciò che è vivo
Meno porno e più Eros (quando Narciso smette di gongolarsi)
Amare è dare
Glossario
Bibliografia
Analía Iglesias
È una scrittrice e giornalista argentina che vive in Spagna. Per El País ha coordinato per cinque anni il blog Eros e attualmente collabora con gli inserti Planeta Futuro e El Viajero. Come saggista, indaga l’affettività e la sessualità in rapporto alla funzione che svolgono nella società dei consumi attuale. È stata docente universitaria, programmatrice cinematografica e membro di giuria in diversi festival in Europa e in Africa. Collabora anche con CTXT e altri media spagnoli e latinoamericani, con articoli su arte, diritti umani, genere e uguaglianza. @analiaiglesMartha Zein
È una narratrice. Ha pubblicato otto saggi relativi alla geostrategia e all’etica in Medio Oriente. Nel campo audiovisivo si è occupata di documentari investigativi sulla violenza di Stato, che hanno vinto cinque premi internazionali, e ha sviluppato una propria azienda di produzione basata sulla green production con l’etichetta Producciones Orgánicas. Come narrative coach, aiuta coloro che vogliono raccontare delle storie e credono di non saperlo fare.www.marthazein.com
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