Alla fine del II secolo d.C. l’impero romano sembra all’apice della sua grandezza e si regge su un fragile equilibrio fra il potere imperiale e ciò che resta delle vecchie istituzioni repubblicane, una forma di governo nota come principato.
Ma quando l’ultima notte del 192 d.C. Commodo viene assassinato, qualcosa cambia per sempre: da quel momento, per i successivi 150 anni, saranno le legioni e i loro comandanti a dettar legge. Intere dinastie sorgeranno e si estingueranno nel sangue, sotto lo sguardo del Senato che non accetterà tanto facilmente di aver perso la propria centralità. Imperatori privi di cultura ma temprati dalla vita militare, fanciulli imberbi manovrati dalle proprie madri, individui di oscura origine barbarica conquisteranno il potere con la forza delle armi e altrettanto violentemente lo perderanno. Nuovi nemici come i Goti, gli Alemanni e i Sasanidi faranno la loro comparsa sulla scena e non sempre Roma sarà in grado di reagire adeguatamente.
Questo libro racconta le vicende di quel secolo e mezzo di cambiamenti, avvincenti come un romanzo, catapultando il lettore in uno dei momenti più bui e insieme cruciali della storia romana. Attraverso guerre civili, disordini, invasioni barbariche e persecuzioni religiose, l’impero risorgerà dalle proprie ceneri per trasformarsi in una monarchia di stampo assoluto e dispotico, ammantata di sacralità: il dominato. E troverà un nuovo, inaspettato e prezioso alleato nella fede cristiana. Così facendo, continuerà a vivere per altri mille anni nella forma in cui gli imperatori-soldato l’avranno plasmato.

“Procurate di accordarvi tra di voi; arricchite i soldati, gli altri tutti sprezzate”.
– Settimio Severo, ultime parole ai figli

“Bisogna affidare le cariche a chi le rifiuta, non a chi le cerca.”.
– Alessandro Severo