

L'invidia di Venere
Storia della chirurgia estetica
Elizabeth Haiken
L'invidia di Venere
Storia della chirurgia estetica
Elizabeth Haiken
Ma questo non è un testo tecnico, quanto piuttosto l’analisi degli aspetti culturali e sociologici di questo ramo della medicina. Se nel primo dopoguerra l’obiettivo dei chirurghi plastici era quello di praticare operazioni al solo scopo medico, nei pazienti cominciava a esplicitarsi il desiderio di alterare il proprio fisico a piacimento. Da parte sua la medicina ufficiale stentava a legittimare quella branca della chirurgia, accusata di mettere in campo più arte che scienza.
Nel 1923 la chiacchieratissima rinoplastica della celebre attrice comica Fanny Brice (la Funny girl che Barbra Streisand interpreterà negli anni Sessanta) segna la svolta: la mano del chirurgo non opera per ricostruire, ma per rispondere a una preoccupazione estetica.
Citando una ricchissima quantità di fonti – relazioni mediche, riviste popolari, guide alla bellezza – e uno svariato numero di celebrità tra cui Cher e Michael Jackson, la Haiken svela come la nostra cultura sia arrivata a percepire la chirurgia estetica come una panacea per problemi individuali e sociali.
Una storia umana e oggettiva, tracciata con acume, che riesce a toccare questioni intriganti come la standardizzazione del corpo, la manipolazione ideologica, la valorizzazione di se stessi, il pregiudizio, il genere, l’etnia e la corsa al guadagno. Il prezzo da pagare per un’estrema democrazia, in cui ogni ragazza può diventare Miss America.
Le ho fotografate, ho disegnato sulla loro pelle, cambiato i loro corpi,
aumentato i loro seni, cercando sempre di realizzare
in forme armoniche ciò che nelle loro menti era solo un pensiero,
un’immagine in bianco e nero.
- Marco Gasparotti -
La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana.
Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra,
ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, e un possesso per tutta l’eternità."
- Oscar Wilde -
Elise, se ti inietto un altro po’ di collagene
le tue labbra finiranno col sembrare i bordi di un canotto.
- il chirurgo Rob Reiner a Goldie Hawn, dal film Il club delle prime mogli -
DALLA STAMPA
è che dalla carrellata di storie macabre e incredibili
emerge un’analisi estremamente intelligente e perspicace
della cultura americana e della sua storia.
- London Times -
Una storia divertente e un’analisi accurata delle tensioni che si nascondono
dietro alla professione medica, all’imprenditoria del settore
e alla mutevole concezione della bellezza che ci ricorda quanto
invece sia costante la ricerca americana del miglioramento personale.
Se L’invidia di Venere è la storia della chirurgia estetica,
è altrettanto una storia politica della bellezza.
- Sharon Lieberman, Women’s Review of Books -
Una storia densa e succosa della chirurgia plastica.
I concetti fondamentali di razza e genere vengono
minuziosamente fatti a pezzi, mentre l’autrice snocciola storie dell’horror
su pezzi di silicone e ragazze della porta accanto che ti fan venir voglia
di rinunciare una volta per tutte al bisturi.
- Entertainment Weekly -
Originale, ben riuscito e piacevole alla lettura.
L’autrice traccia un’astuta analisi del moderno mutamento
del corpo e del ruolo della professione medica nei suoi sviluppi.
- Roy Porter, Times Higher Education Supplement -
In parte storia, in parte analisi socioeconomica,
questo libro spiega meglio di qualunque altro cosa ha reso la società americana
così vulnerabile alla seduzione del bisturi e alla tirannia della conformità apparente.
Dato che l’idea di un corpo perfetto, senza età,
è diventata sempre più dominante nella nostra cultura, è importante che noi
– soprattutto noi donne – capiamo come siamo finite in mezzo a tutto questo.
L’invidia di Venere ci offre delle risposte chiare e argute.
- Sarah Dunant, The Times of London -
Un libro importante, che solleva domande sull’onnipresenza
della chirurgia estetica nella nostra cultura.
Di sicuro mi ricorderò delle sue prospettive di analisi
quando un mio paziente prenderà in considerazione l’idea della chirurgia plastica.
- Janet E. Shepherd, M.D., Journal of the American Medical Association -
Elizabeth Haiken
Elizabeth Haiken è docente di storia presso la University of British Columbia e la University of Tennessee.
Come autrice è già conosciuta a livello internazionale per il suo The Eye of the Beholder. Essays in French Literature (Johns Hopkins University Press, 1974).
Marco Gasparotti è specialista in chirurgia plastica fin dal 1981. Ha creato l’innovativa tecnica della “liposcultura superficiale”, che insegna in tutto il mondo.
Ha pubblicato a New York Superficial Liposculpture, bestseller della materia, e Liposcultura e cellulite, edito in 5 lingue.
Ha al suo attivo più di 9000 interventi e tra i suoi pazienti si contano celebrità del mondo della musica e dello spettacolo.
È docente di Chirurgia estetica e Lipoaspirazione presso le università di Siena, Padova, Genova, Perugia e Camerino.
Recensioni
- D/Donna di Repubblica, Agosto 2011
- Tuttolibri de La Stampa, 09 Luglio 2011
Marco Gasparotti
Marco Gasparotti è specialista in chirurgia plastica fin dal 1981. Ha creato l’innovativa tecnica della “liposcultura superficiale”, che insegna in tutto il mondo. Ha pubblicato a New York Superficial Liposculpture, bestseller della materia, e Liposcultura e cellulite, edito in 5 lingue. Ha al suo attivo più di 9000 interventi e tra i suoi pazienti si contano celebrità del mondo della musica e dello spettacolo. È docente di Chirurgia estetica e Lipoaspirazione presso le università di Siena, Padova, Genova, Perugia e Camerino.e sensibilità romantica affascinata dalle grandi tragedie del mare. I volumi ebbero riedizioni per tutto il XIX secolo.
Ma questo non è un testo tecnico, quanto piuttosto l’analisi degli aspetti culturali e sociologici di questo ramo della medicina. Se nel primo dopoguerra l’obiettivo dei chirurghi plastici era quello di praticare operazioni al solo scopo medico, nei pazienti cominciava a esplicitarsi il desiderio di alterare il proprio fisico a piacimento. Da parte sua la medicina ufficiale stentava a legittimare quella branca della chirurgia, accusata di mettere in campo più arte che scienza.
Nel 1923 la chiacchieratissima rinoplastica della celebre attrice comica Fanny Brice (la Funny girl che Barbra Streisand interpreterà negli anni Sessanta) segna la svolta: la mano del chirurgo non opera per ricostruire, ma per rispondere a una preoccupazione estetica.
Citando una ricchissima quantità di fonti – relazioni mediche, riviste popolari, guide alla bellezza – e uno svariato numero di celebrità tra cui Cher e Michael Jackson, la Haiken svela come la nostra cultura sia arrivata a percepire la chirurgia estetica come una panacea per problemi individuali e sociali.
Una storia umana e oggettiva, tracciata con acume, che riesce a toccare questioni intriganti come la standardizzazione del corpo, la manipolazione ideologica, la valorizzazione di se stessi, il pregiudizio, il genere, l’etnia e la corsa al guadagno. Il prezzo da pagare per un’estrema democrazia, in cui ogni ragazza può diventare Miss America.
Le ho fotografate, ho disegnato sulla loro pelle, cambiato i loro corpi,
aumentato i loro seni, cercando sempre di realizzare
in forme armoniche ciò che nelle loro menti era solo un pensiero,
un’immagine in bianco e nero.
- Marco Gasparotti -
La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana.
Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra,
ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, e un possesso per tutta l’eternità."
- Oscar Wilde -
Elise, se ti inietto un altro po’ di collagene
le tue labbra finiranno col sembrare i bordi di un canotto.
- il chirurgo Rob Reiner a Goldie Hawn, dal film Il club delle prime mogli -
DALLA STAMPA
è che dalla carrellata di storie macabre e incredibili
emerge un’analisi estremamente intelligente e perspicace
della cultura americana e della sua storia.
- London Times -
Una storia divertente e un’analisi accurata delle tensioni che si nascondono
dietro alla professione medica, all’imprenditoria del settore
e alla mutevole concezione della bellezza che ci ricorda quanto
invece sia costante la ricerca americana del miglioramento personale.
Se L’invidia di Venere è la storia della chirurgia estetica,
è altrettanto una storia politica della bellezza.
- Sharon Lieberman, Women’s Review of Books -
Una storia densa e succosa della chirurgia plastica.
I concetti fondamentali di razza e genere vengono
minuziosamente fatti a pezzi, mentre l’autrice snocciola storie dell’horror
su pezzi di silicone e ragazze della porta accanto che ti fan venir voglia
di rinunciare una volta per tutte al bisturi.
- Entertainment Weekly -
Originale, ben riuscito e piacevole alla lettura.
L’autrice traccia un’astuta analisi del moderno mutamento
del corpo e del ruolo della professione medica nei suoi sviluppi.
- Roy Porter, Times Higher Education Supplement -
In parte storia, in parte analisi socioeconomica,
questo libro spiega meglio di qualunque altro cosa ha reso la società americana
così vulnerabile alla seduzione del bisturi e alla tirannia della conformità apparente.
Dato che l’idea di un corpo perfetto, senza età,
è diventata sempre più dominante nella nostra cultura, è importante che noi
– soprattutto noi donne – capiamo come siamo finite in mezzo a tutto questo.
L’invidia di Venere ci offre delle risposte chiare e argute.
- Sarah Dunant, The Times of London -
Un libro importante, che solleva domande sull’onnipresenza
della chirurgia estetica nella nostra cultura.
Di sicuro mi ricorderò delle sue prospettive di analisi
quando un mio paziente prenderà in considerazione l’idea della chirurgia plastica.
- Janet E. Shepherd, M.D., Journal of the American Medical Association -
Elizabeth Haiken
Elizabeth Haiken è docente di storia presso la University of British Columbia e la University of Tennessee.
Come autrice è già conosciuta a livello internazionale per il suo The Eye of the Beholder. Essays in French Literature (Johns Hopkins University Press, 1974).
Marco Gasparotti è specialista in chirurgia plastica fin dal 1981. Ha creato l’innovativa tecnica della “liposcultura superficiale”, che insegna in tutto il mondo.
Ha pubblicato a New York Superficial Liposculpture, bestseller della materia, e Liposcultura e cellulite, edito in 5 lingue.
Ha al suo attivo più di 9000 interventi e tra i suoi pazienti si contano celebrità del mondo della musica e dello spettacolo.
È docente di Chirurgia estetica e Lipoaspirazione presso le università di Siena, Padova, Genova, Perugia e Camerino.
Recensioni
- D/Donna di Repubblica, Agosto 2011
- Tuttolibri de La Stampa, 09 Luglio 2011
Marco Gasparotti
Marco Gasparotti è specialista in chirurgia plastica fin dal 1981. Ha creato l’innovativa tecnica della “liposcultura superficiale”, che insegna in tutto il mondo. Ha pubblicato a New York Superficial Liposculpture, bestseller della materia, e Liposcultura e cellulite, edito in 5 lingue. Ha al suo attivo più di 9000 interventi e tra i suoi pazienti si contano celebrità del mondo della musica e dello spettacolo. È docente di Chirurgia estetica e Lipoaspirazione presso le università di Siena, Padova, Genova, Perugia e Camerino.e sensibilità romantica affascinata dalle grandi tragedie del mare. I volumi ebbero riedizioni per tutto il XIX secolo.
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