Catalogo Arti Arte Guida alla musica dei paesi arabi
volume illustrato Collana: OL - Odoya Library Numero di collana: 536 Isbn: 978-88-6288-926-1 Pagine: 256 Formato: copertina flessibile con alette Misure: 15.5 x 21 cm Data di pubblicazione: 18/04/2025
Autore: Gianluca Grossi

Guida alla musica dei paesi arabi

Dall’Algeria allo Yemen

Gianluca Grossi

Guida alla musica dei paesi arabi

Dall’Algeria allo Yemen

Gianluca Grossi

sconto 5%
19,00€ 20,00€
I Paesi di lingua araba condividono pratiche, teorie e strumenti musicali ma anche una grande varietà nelle diverse culture musicali. Le due principali regioni culturali sono il Mashrek e il Maghreb.
A partire dal X secolo, la musica araba mantenne stretti contatti con la teoria musicale, il canto e gli strumenti persiani. Durante l’Impero Ottomano, a partire dal XIII secolo, la cultura turca dominò la vita musicale araba e una coscienza spiccatamente araba rinacque nel XIX secolo, promossa da riformatori, studiosi e musicisti islamici antiimperialisti.
Un cambiamento fondamentale si verificò durante il dominio coloniale da parte delle potenze europee dopo la Prima guerra mondiale, quando gli arabi iniziarono a adottare stili e strumenti musicali occidentali. Dalla metà del XX secolo fino a oggi la musica araba ha subito l’influenza anche della musica popolare americana, in particolare del jazz e dell’hip hop.
E oggi? Gianluca Grossi ci accompagna attraverso tanti ascolti per conoscere meglio il recente passato e il presente della musica dei paesi arabi!
La musica tradizionale araba è quasi interamente melodica. L’armonia (sistema di accordi) è assente. Il canto è considerato il fulcro dell’espressività musicale. Nella maggior parte dei casi i cantanti sono accompagnati da un ensemble strumentale che suona all’unisono, o quasi, con il cantante. Le melodie sono spesso molto elaborate e ricche di variazioni.

Una carrellata ideale attraverso la tradizione musicale dei 22 Paesi della Lega Araba per farci conoscere, ascoltare e apprezzare una musica che ci fa immergere in un mondo suggestivo e meraviglioso di suoni sconosciuti.

Un viaggio certamente musicale, ma allo stesso tempo geografico e antropologico. Attraverso la rilettura dei pentagrammi arabi, è possibile infatti ricostruire la storia dell’uomo, dalle prime civiltà agli stati moderni. Un cammino pieno di ostacoli, incroci e diramazioni, ma proprio per questo straordinariamente ricco di suggestioni in grado di rappresentare al meglio i connotati etnologici della nostra specie.
Gianluca Grossi

Gianluca Grossi lavora come giornalista scientifico per i principali quotidiani e riviste nazionali. Cura diversi blog, fra cui Spigolature Scientifiche, da lui creato nel 2008.

Ha scritto di musica per Buscadero e Rolling Stone e nel 2012 ha pubblicato La musica dell’assenza (Arcana) e Guida alla musica francese (Odoya, 2014).

Suoi lavori di narrativa sono apparsi sulle riviste letterarie Inchiostro e Prospektiva.

Suona e canta nella band folk-rock Radio Corneliani.

Introduzione

Algeria
Arabia Saudita
Bahrain
Comore
Egitto
Emirati Arabi
Gibuti
Giordania
Iraq
Kuwait
Libano
Libia
Marocco
Mauritania
Oman
Palestina
Qatar
Siria
Somalia
Sudan
Tunisia
Yemen
I Paesi di lingua araba condividono pratiche, teorie e strumenti musicali ma anche una grande varietà nelle diverse culture musicali. Le due principali regioni culturali sono il Mashrek e il Maghreb.
A partire dal X secolo, la musica araba mantenne stretti contatti con la teoria musicale, il canto e gli strumenti persiani. Durante l’Impero Ottomano, a partire dal XIII secolo, la cultura turca dominò la vita musicale araba e una coscienza spiccatamente araba rinacque nel XIX secolo, promossa da riformatori, studiosi e musicisti islamici antiimperialisti.
Un cambiamento fondamentale si verificò durante il dominio coloniale da parte delle potenze europee dopo la Prima guerra mondiale, quando gli arabi iniziarono a adottare stili e strumenti musicali occidentali. Dalla metà del XX secolo fino a oggi la musica araba ha subito l’influenza anche della musica popolare americana, in particolare del jazz e dell’hip hop.
E oggi? Gianluca Grossi ci accompagna attraverso tanti ascolti per conoscere meglio il recente passato e il presente della musica dei paesi arabi!
La musica tradizionale araba è quasi interamente melodica. L’armonia (sistema di accordi) è assente. Il canto è considerato il fulcro dell’espressività musicale. Nella maggior parte dei casi i cantanti sono accompagnati da un ensemble strumentale che suona all’unisono, o quasi, con il cantante. Le melodie sono spesso molto elaborate e ricche di variazioni.

Una carrellata ideale attraverso la tradizione musicale dei 22 Paesi della Lega Araba per farci conoscere, ascoltare e apprezzare una musica che ci fa immergere in un mondo suggestivo e meraviglioso di suoni sconosciuti.

Un viaggio certamente musicale, ma allo stesso tempo geografico e antropologico. Attraverso la rilettura dei pentagrammi arabi, è possibile infatti ricostruire la storia dell’uomo, dalle prime civiltà agli stati moderni. Un cammino pieno di ostacoli, incroci e diramazioni, ma proprio per questo straordinariamente ricco di suggestioni in grado di rappresentare al meglio i connotati etnologici della nostra specie.
volume illustrato Collana: OL - Odoya Library Numero di collana: 536 Isbn: 978-88-6288-926-1 Pagine: 256 Formato: copertina flessibile con alette Misure: 15.5 x 21 cm Data di pubblicazione: 18/04/2025
Autore: Gianluca Grossi
Introduzione

Algeria
Arabia Saudita
Bahrain
Comore
Egitto
Emirati Arabi
Gibuti
Giordania
Iraq
Kuwait
Libano
Libia
Marocco
Mauritania
Oman
Palestina
Qatar
Siria
Somalia
Sudan
Tunisia
Yemen
Gianluca Grossi

Gianluca Grossi lavora come giornalista scientifico per i principali quotidiani e riviste nazionali. Cura diversi blog, fra cui Spigolature Scientifiche, da lui creato nel 2008.

Ha scritto di musica per Buscadero e Rolling Stone e nel 2012 ha pubblicato La musica dell’assenza (Arcana) e Guida alla musica francese (Odoya, 2014).

Suoi lavori di narrativa sono apparsi sulle riviste letterarie Inchiostro e Prospektiva.

Suona e canta nella band folk-rock Radio Corneliani.

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