Novità
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 562
Isbn: 978-88-6288-962-9
Pagine: 272
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 24/10/2025
Autore:
Claudio Castellacci
Contributo:
Omar Calabrese
Postfazione:
Gianfranco Marrone
Novità
L’America che non c’è
Viaggio iniziatico nell’America dei Non-Americani
Claudio Castellacci
L’America che non c’è
Viaggio iniziatico nell’America dei Non-Americani
Claudio Castellacci
sconto
5%
22,80€
24,00€
L’America che non c’è è il racconto di un mito. Il mito americano visto da lontano, da un’Italia che prima lo immaginò, poi lo rincorse, infine lo imitò. Un sogno fatto di musica, cinema, grattacieli e quiz televisivi, ma anche di ambizioni, contraddizioni e miti riflessi. È il racconto di come l’eccezionalismo americano in quanto espressione culturale e sociale, non solo economica, si sia imposto, più che altrove in Europa, prima nell’Italia fascista con le scoperte letterarie di Cesare Pavese, di Elio Vittorini e di una manciata di viaggiatori futuristi incantati dalla modernità di New York, poi nell’Italia uscita con le ossa rotte da una guerra combattuta dal lato sbagliato della storia, dove un benessere improvviso e diffuso si intrecciava al desiderio di riscatto. L’America vincente diventava, così, un modello a cui accodarsi, una sceneggiatura da imitare.
È il racconto delle origini dei “tic americani” di generazioni cresciute con i telefilm di Rin Tin Tin, con i 45 giri di Neil Sedaka (Oh Carol) e Paul Anka (Oh Diana), con Perry Mason, grazie al quale scoprimmo che in America si poteva apostrofare il potere con un “mi oppongo”, e che i processi duravano lo spazio di un telefilm.
È il racconto della parabola di un Paese passato dal “Maccarone, io me te magno”, alla polpetta Burghy dei paninari, da Fred Buscaglione e il whisky facile agli spaghetti western, da Vittorio Mussolini, il figlio del Duce, che sermoneggiava la supremazia del cinema americano, a Tex Willer. È, insomma, il racconto di un’Italia “all’americana”.
“Non esiste l’America. È un nome che si dà a un’idea astratta”.
– Henri Miller, Tropico del Cancro
“L’America è un panorama TV, un sogno televisivo, un programma a colori. Per arrivarci basta accendere un tasto”.
– James Ballard
È il racconto delle origini dei “tic americani” di generazioni cresciute con i telefilm di Rin Tin Tin, con i 45 giri di Neil Sedaka (Oh Carol) e Paul Anka (Oh Diana), con Perry Mason, grazie al quale scoprimmo che in America si poteva apostrofare il potere con un “mi oppongo”, e che i processi duravano lo spazio di un telefilm.
È il racconto della parabola di un Paese passato dal “Maccarone, io me te magno”, alla polpetta Burghy dei paninari, da Fred Buscaglione e il whisky facile agli spaghetti western, da Vittorio Mussolini, il figlio del Duce, che sermoneggiava la supremazia del cinema americano, a Tex Willer. È, insomma, il racconto di un’Italia “all’americana”.
“Non esiste l’America. È un nome che si dà a un’idea astratta”.
– Henri Miller, Tropico del Cancro
L’America è stata, per generazioni di italiani, molto più di un Paese: è stata un miraggio che si è infiltrato nelle vite della gente. L’America di queste pagine è l’affresco di un gigantesco, enorme, colossale falso.
“L’America è un panorama TV, un sogno televisivo, un programma a colori. Per arrivarci basta accendere un tasto”.
– James Ballard
Claudio Castellacci
È giornalista e saggista. Per il gruppo RCS è stato, fra i diversi incarichi, corrispondente dagli Stati Uniti, a Los Angeles, California, e collaboratore del Corriere della Sera. È stato Direttore esecutivo della rivista internazionale Cartier Art, pubblicata da RCS per conto della Maison parigina. Ha insegnato al Master di Giornalismo presso l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano. Per Odoya è già uscito Los Angeles e le radici della cultura pop (2024).Omar Calabrese
(1949-2012) è stato uno dei più stretti collaboratori di Umberto Eco con il quale, a Bologna, ha contribuito alla nascita del DAMS (corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo). È stato, fra l’altro, consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’editoria e la comunicazione, e tra i fondatori dell’Ulivo. Ha ricoperto la carica di Rettore del complesso museale di Santa Maria della Scala a Siena, dove ha diretto anche la Scuola Superiore di Studi Umanistici. Nel 2010 è stato insignito del Prix Bernier dell’Accademia di Francia.Gianfranco Marrone
Professore ordinario di Semiotica della cultura e Linguaggi dell’enogastronomia presso l’Università di Palermo, dove è coordinatore del Dottorato di ricerca in Semiotica. Dirige il Centro internazionale di scienze semiotiche “Umberto Eco” di Urbino.
Introduzione
Il crepuscolo del soft power e la fine dell’egemonia culturale
Capitolo 1
La terra di sogno
“Neviorche” e i viaggiatori letterati · Cose dell’altro mondo · L’utopia della modernità · Apparizioni magiche
L’impero culturale? Un luna park distopico
Il primo impatto con l’America: due uova al piatto · Travolto da un insolito destino · Gli occhi spalancati e l’anima vuota · Il trionfo dell’umanità incivilita · Americani “piatti e senza volume” · La nuova razza: i materialisti dell’astratto · Un grande impero con i contorni di un emporio · Uomini dal collo corto e dalla mascella brutale · La donna americana · Gli italiani popolo di “americanizzati” · E poi arrivarono gli anni Sessanta
La stagione americana: il grande laboratorio
Sogno l’America · Il decennio delle traduzioni · Lucia Rodocanachi e le traduzioni d’autore · Un Eden incontrato sulle pagine dei libri
L’Italia marciava al passo dell’oca
Il jazz come virus · Allarmi son jazzisti · Un ballabile divertente
Capitolo 2
L’America immaginata
A scuola di cinema · “Lui” e il cinema · Le star del cinema come divinità dell’Olimpo · Signor Gary Cooper tornerete in Italia? Tornerò · Quando l’Italia perse la bussola · Quello sbarbatello di Vittorio (Mussolini) · Hollywood here I come · RAM: Roach And Mussolini · Aspettando gli americani
Hollywood sul Tevere
Il maccartismo dimenticato · Cinecittà, da campo di concentramento a Ben Hur · Peplum delle mie brame
Capitolo 3
Il viaggio fasullo
Il seno di Jane Russell incombeva come un temporale all’orizzonte · John Ford, lo Shakespeare del West · Le praterie del mito · Tex Willer come il Duca d’Auge · Un’Italia a ovest di Paperino · Pecos Bill, cowboy francescano · Capitan Miki, il Piccolo Ranger e Zagor
Il western autarchico
Un cowboy di nome Bond, James Bond · Il Texas fuori porta · Il filone politico · Epilogo
Il West in tournée
Il mito della frontiera e l’Italia fin de siècle · La leggenda più forte della verità
Capitolo 4
L’America trapiantata
Il Dreyfus del controfagotto · Piccoli mondi e vallette parlanti · Seicento che? Milioni naturalmente · Partigiano in Val d’Ossola · Il ragazzone dagli occhi chiari
Nientepopodimenoche
Domenica è sempre domenica · Lo scandalo Van Doren
Fred dal whisky facile
’l merlus · L’America nel cuore · Jack Bidone, Buck La Peste e i Fratelli Bolivar · Spaghetti thriller · Occhio, qui son tutti seri, c’è l’Anonima Banchieri · Addio all’orso buono
Quando Calimero prese il posto del Gatto con gli stivali
Tra cultura popolare e arte · Un altro ritmo, un’altra televisione
Il monopolio RAI inciampa sul cavo
Dalla paleotelevisione alla neotelevisione · Lo scantinato di Telebiella · Dall’America all’Italia: il talk show, lo spettacolo della parola · E poi fu MTV
L’invenzione del teenager
I giovani come categoria sociologica · Scatole urlanti e rocchenroll · Gli urlatori · Guaglioni americani · Maccarone m’hai provocato
Capitolo 5
Un nuovo sguardo
Un’estetica dell’ovvio e del quotidiano · Lo sguardo in viaggio · L’America spiegata agli americani · Specchi deformanti
Sulla strada
Il nuovo sguardo italiano · La Pop Art in salsa italiana
Forever young
Dinamismo, ottimismo, modernità
Capitolo 6
Lo stereotipo cinico
Tanta America nelle strade d’Italia
Milano, bar Panino
Il Bomber era il mito · Charristi assoluti · Dagli anni di piombo agli anni dell’hamburger
Kansas City, Italia
L’America da catalogo
Il linguaggio della libertà
Non si esce vivi dagli anni Ottanta
The Times They Are A-Changin’ · Mr. Gorbaciov, tear down this wall · Vite spericolate e l’affaire couture · Memphis Blues · Le serie TV americane · La neotelevisione
Appendice
Quando l’America si scoprì neobarocca
Omar Calabrese
Il traduttor dei traduttor d’Omero
Postfazione di Gianfranco Marrone
Il maccherone di cartapesta
Note
Fonti e bibliografia essenziale
Il crepuscolo del soft power e la fine dell’egemonia culturale
Capitolo 1
La terra di sogno
“Neviorche” e i viaggiatori letterati · Cose dell’altro mondo · L’utopia della modernità · Apparizioni magiche
L’impero culturale? Un luna park distopico
Il primo impatto con l’America: due uova al piatto · Travolto da un insolito destino · Gli occhi spalancati e l’anima vuota · Il trionfo dell’umanità incivilita · Americani “piatti e senza volume” · La nuova razza: i materialisti dell’astratto · Un grande impero con i contorni di un emporio · Uomini dal collo corto e dalla mascella brutale · La donna americana · Gli italiani popolo di “americanizzati” · E poi arrivarono gli anni Sessanta
La stagione americana: il grande laboratorio
Sogno l’America · Il decennio delle traduzioni · Lucia Rodocanachi e le traduzioni d’autore · Un Eden incontrato sulle pagine dei libri
L’Italia marciava al passo dell’oca
Il jazz come virus · Allarmi son jazzisti · Un ballabile divertente
Capitolo 2
L’America immaginata
A scuola di cinema · “Lui” e il cinema · Le star del cinema come divinità dell’Olimpo · Signor Gary Cooper tornerete in Italia? Tornerò · Quando l’Italia perse la bussola · Quello sbarbatello di Vittorio (Mussolini) · Hollywood here I come · RAM: Roach And Mussolini · Aspettando gli americani
Hollywood sul Tevere
Il maccartismo dimenticato · Cinecittà, da campo di concentramento a Ben Hur · Peplum delle mie brame
Capitolo 3
Il viaggio fasullo
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Il western autarchico
Un cowboy di nome Bond, James Bond · Il Texas fuori porta · Il filone politico · Epilogo
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Il mito della frontiera e l’Italia fin de siècle · La leggenda più forte della verità
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L’America trapiantata
Il Dreyfus del controfagotto · Piccoli mondi e vallette parlanti · Seicento che? Milioni naturalmente · Partigiano in Val d’Ossola · Il ragazzone dagli occhi chiari
Nientepopodimenoche
Domenica è sempre domenica · Lo scandalo Van Doren
Fred dal whisky facile
’l merlus · L’America nel cuore · Jack Bidone, Buck La Peste e i Fratelli Bolivar · Spaghetti thriller · Occhio, qui son tutti seri, c’è l’Anonima Banchieri · Addio all’orso buono
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Tra cultura popolare e arte · Un altro ritmo, un’altra televisione
Il monopolio RAI inciampa sul cavo
Dalla paleotelevisione alla neotelevisione · Lo scantinato di Telebiella · Dall’America all’Italia: il talk show, lo spettacolo della parola · E poi fu MTV
L’invenzione del teenager
I giovani come categoria sociologica · Scatole urlanti e rocchenroll · Gli urlatori · Guaglioni americani · Maccarone m’hai provocato
Capitolo 5
Un nuovo sguardo
Un’estetica dell’ovvio e del quotidiano · Lo sguardo in viaggio · L’America spiegata agli americani · Specchi deformanti
Sulla strada
Il nuovo sguardo italiano · La Pop Art in salsa italiana
Forever young
Dinamismo, ottimismo, modernità
Capitolo 6
Lo stereotipo cinico
Tanta America nelle strade d’Italia
Milano, bar Panino
Il Bomber era il mito · Charristi assoluti · Dagli anni di piombo agli anni dell’hamburger
Kansas City, Italia
L’America da catalogo
Il linguaggio della libertà
Non si esce vivi dagli anni Ottanta
The Times They Are A-Changin’ · Mr. Gorbaciov, tear down this wall · Vite spericolate e l’affaire couture · Memphis Blues · Le serie TV americane · La neotelevisione
Appendice
Quando l’America si scoprì neobarocca
Omar Calabrese
Il traduttor dei traduttor d’Omero
Postfazione di Gianfranco Marrone
Il maccherone di cartapesta
Note
Fonti e bibliografia essenziale
Altri libri di Claudio Castellacci
L’America che non c’è è il racconto di un mito. Il mito americano visto da lontano, da un’Italia che prima lo immaginò, poi lo rincorse, infine lo imitò. Un sogno fatto di musica, cinema, grattacieli e quiz televisivi, ma anche di ambizioni, contraddizioni e miti riflessi. È il racconto di come l’eccezionalismo americano in quanto espressione culturale e sociale, non solo economica, si sia imposto, più che altrove in Europa, prima nell’Italia fascista con le scoperte letterarie di Cesare Pavese, di Elio Vittorini e di una manciata di viaggiatori futuristi incantati dalla modernità di New York, poi nell’Italia uscita con le ossa rotte da una guerra combattuta dal lato sbagliato della storia, dove un benessere improvviso e diffuso si intrecciava al desiderio di riscatto. L’America vincente diventava, così, un modello a cui accodarsi, una sceneggiatura da imitare.
È il racconto delle origini dei “tic americani” di generazioni cresciute con i telefilm di Rin Tin Tin, con i 45 giri di Neil Sedaka (Oh Carol) e Paul Anka (Oh Diana), con Perry Mason, grazie al quale scoprimmo che in America si poteva apostrofare il potere con un “mi oppongo”, e che i processi duravano lo spazio di un telefilm.
È il racconto della parabola di un Paese passato dal “Maccarone, io me te magno”, alla polpetta Burghy dei paninari, da Fred Buscaglione e il whisky facile agli spaghetti western, da Vittorio Mussolini, il figlio del Duce, che sermoneggiava la supremazia del cinema americano, a Tex Willer. È, insomma, il racconto di un’Italia “all’americana”.
“Non esiste l’America. È un nome che si dà a un’idea astratta”.
– Henri Miller, Tropico del Cancro
“L’America è un panorama TV, un sogno televisivo, un programma a colori. Per arrivarci basta accendere un tasto”.
– James Ballard
È il racconto delle origini dei “tic americani” di generazioni cresciute con i telefilm di Rin Tin Tin, con i 45 giri di Neil Sedaka (Oh Carol) e Paul Anka (Oh Diana), con Perry Mason, grazie al quale scoprimmo che in America si poteva apostrofare il potere con un “mi oppongo”, e che i processi duravano lo spazio di un telefilm.
È il racconto della parabola di un Paese passato dal “Maccarone, io me te magno”, alla polpetta Burghy dei paninari, da Fred Buscaglione e il whisky facile agli spaghetti western, da Vittorio Mussolini, il figlio del Duce, che sermoneggiava la supremazia del cinema americano, a Tex Willer. È, insomma, il racconto di un’Italia “all’americana”.
“Non esiste l’America. È un nome che si dà a un’idea astratta”.
– Henri Miller, Tropico del Cancro
L’America è stata, per generazioni di italiani, molto più di un Paese: è stata un miraggio che si è infiltrato nelle vite della gente. L’America di queste pagine è l’affresco di un gigantesco, enorme, colossale falso.
“L’America è un panorama TV, un sogno televisivo, un programma a colori. Per arrivarci basta accendere un tasto”.
– James Ballard
volume illustrato
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 562
Isbn: 978-88-6288-962-9
Pagine: 272
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 24/10/2025
Autore:
Claudio Castellacci
Contributo:
Omar Calabrese
Postfazione:
Gianfranco Marrone
Introduzione
Il crepuscolo del soft power e la fine dell’egemonia culturale
Capitolo 1
La terra di sogno
“Neviorche” e i viaggiatori letterati · Cose dell’altro mondo · L’utopia della modernità · Apparizioni magiche
L’impero culturale? Un luna park distopico
Il primo impatto con l’America: due uova al piatto · Travolto da un insolito destino · Gli occhi spalancati e l’anima vuota · Il trionfo dell’umanità incivilita · Americani “piatti e senza volume” · La nuova razza: i materialisti dell’astratto · Un grande impero con i contorni di un emporio · Uomini dal collo corto e dalla mascella brutale · La donna americana · Gli italiani popolo di “americanizzati” · E poi arrivarono gli anni Sessanta
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Sogno l’America · Il decennio delle traduzioni · Lucia Rodocanachi e le traduzioni d’autore · Un Eden incontrato sulle pagine dei libri
L’Italia marciava al passo dell’oca
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Capitolo 2
L’America immaginata
A scuola di cinema · “Lui” e il cinema · Le star del cinema come divinità dell’Olimpo · Signor Gary Cooper tornerete in Italia? Tornerò · Quando l’Italia perse la bussola · Quello sbarbatello di Vittorio (Mussolini) · Hollywood here I come · RAM: Roach And Mussolini · Aspettando gli americani
Hollywood sul Tevere
Il maccartismo dimenticato · Cinecittà, da campo di concentramento a Ben Hur · Peplum delle mie brame
Capitolo 3
Il viaggio fasullo
Il seno di Jane Russell incombeva come un temporale all’orizzonte · John Ford, lo Shakespeare del West · Le praterie del mito · Tex Willer come il Duca d’Auge · Un’Italia a ovest di Paperino · Pecos Bill, cowboy francescano · Capitan Miki, il Piccolo Ranger e Zagor
Il western autarchico
Un cowboy di nome Bond, James Bond · Il Texas fuori porta · Il filone politico · Epilogo
Il West in tournée
Il mito della frontiera e l’Italia fin de siècle · La leggenda più forte della verità
Capitolo 4
L’America trapiantata
Il Dreyfus del controfagotto · Piccoli mondi e vallette parlanti · Seicento che? Milioni naturalmente · Partigiano in Val d’Ossola · Il ragazzone dagli occhi chiari
Nientepopodimenoche
Domenica è sempre domenica · Lo scandalo Van Doren
Fred dal whisky facile
’l merlus · L’America nel cuore · Jack Bidone, Buck La Peste e i Fratelli Bolivar · Spaghetti thriller · Occhio, qui son tutti seri, c’è l’Anonima Banchieri · Addio all’orso buono
Quando Calimero prese il posto del Gatto con gli stivali
Tra cultura popolare e arte · Un altro ritmo, un’altra televisione
Il monopolio RAI inciampa sul cavo
Dalla paleotelevisione alla neotelevisione · Lo scantinato di Telebiella · Dall’America all’Italia: il talk show, lo spettacolo della parola · E poi fu MTV
L’invenzione del teenager
I giovani come categoria sociologica · Scatole urlanti e rocchenroll · Gli urlatori · Guaglioni americani · Maccarone m’hai provocato
Capitolo 5
Un nuovo sguardo
Un’estetica dell’ovvio e del quotidiano · Lo sguardo in viaggio · L’America spiegata agli americani · Specchi deformanti
Sulla strada
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Forever young
Dinamismo, ottimismo, modernità
Capitolo 6
Lo stereotipo cinico
Tanta America nelle strade d’Italia
Milano, bar Panino
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Appendice
Quando l’America si scoprì neobarocca
Omar Calabrese
Il traduttor dei traduttor d’Omero
Postfazione di Gianfranco Marrone
Il maccherone di cartapesta
Note
Fonti e bibliografia essenziale
Il crepuscolo del soft power e la fine dell’egemonia culturale
Capitolo 1
La terra di sogno
“Neviorche” e i viaggiatori letterati · Cose dell’altro mondo · L’utopia della modernità · Apparizioni magiche
L’impero culturale? Un luna park distopico
Il primo impatto con l’America: due uova al piatto · Travolto da un insolito destino · Gli occhi spalancati e l’anima vuota · Il trionfo dell’umanità incivilita · Americani “piatti e senza volume” · La nuova razza: i materialisti dell’astratto · Un grande impero con i contorni di un emporio · Uomini dal collo corto e dalla mascella brutale · La donna americana · Gli italiani popolo di “americanizzati” · E poi arrivarono gli anni Sessanta
La stagione americana: il grande laboratorio
Sogno l’America · Il decennio delle traduzioni · Lucia Rodocanachi e le traduzioni d’autore · Un Eden incontrato sulle pagine dei libri
L’Italia marciava al passo dell’oca
Il jazz come virus · Allarmi son jazzisti · Un ballabile divertente
Capitolo 2
L’America immaginata
A scuola di cinema · “Lui” e il cinema · Le star del cinema come divinità dell’Olimpo · Signor Gary Cooper tornerete in Italia? Tornerò · Quando l’Italia perse la bussola · Quello sbarbatello di Vittorio (Mussolini) · Hollywood here I come · RAM: Roach And Mussolini · Aspettando gli americani
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Il maccartismo dimenticato · Cinecittà, da campo di concentramento a Ben Hur · Peplum delle mie brame
Capitolo 3
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Il western autarchico
Un cowboy di nome Bond, James Bond · Il Texas fuori porta · Il filone politico · Epilogo
Il West in tournée
Il mito della frontiera e l’Italia fin de siècle · La leggenda più forte della verità
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L’America trapiantata
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Domenica è sempre domenica · Lo scandalo Van Doren
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’l merlus · L’America nel cuore · Jack Bidone, Buck La Peste e i Fratelli Bolivar · Spaghetti thriller · Occhio, qui son tutti seri, c’è l’Anonima Banchieri · Addio all’orso buono
Quando Calimero prese il posto del Gatto con gli stivali
Tra cultura popolare e arte · Un altro ritmo, un’altra televisione
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Dalla paleotelevisione alla neotelevisione · Lo scantinato di Telebiella · Dall’America all’Italia: il talk show, lo spettacolo della parola · E poi fu MTV
L’invenzione del teenager
I giovani come categoria sociologica · Scatole urlanti e rocchenroll · Gli urlatori · Guaglioni americani · Maccarone m’hai provocato
Capitolo 5
Un nuovo sguardo
Un’estetica dell’ovvio e del quotidiano · Lo sguardo in viaggio · L’America spiegata agli americani · Specchi deformanti
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Forever young
Dinamismo, ottimismo, modernità
Capitolo 6
Lo stereotipo cinico
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Kansas City, Italia
L’America da catalogo
Il linguaggio della libertà
Non si esce vivi dagli anni Ottanta
The Times They Are A-Changin’ · Mr. Gorbaciov, tear down this wall · Vite spericolate e l’affaire couture · Memphis Blues · Le serie TV americane · La neotelevisione
Appendice
Quando l’America si scoprì neobarocca
Omar Calabrese
Il traduttor dei traduttor d’Omero
Postfazione di Gianfranco Marrone
Il maccherone di cartapesta
Note
Fonti e bibliografia essenziale
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È giornalista e saggista. Per il gruppo RCS è stato, fra i diversi incarichi, corrispondente dagli Stati Uniti, a Los Angeles, California, e collaboratore del Corriere della Sera. È stato Direttore esecutivo della rivista internazionale Cartier Art, pubblicata da RCS per conto della Maison parigina. Ha insegnato al Master di Giornalismo presso l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano. Per Odoya è già uscito Los Angeles e le radici della cultura pop (2024).Omar Calabrese
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