

Rio de Janeiro
Ritratto di una città
Bruno Barba
Rio de Janeiro
Ritratto di una città
Bruno Barba
Rio de Janeiro è una città che inquieta, coinvolge e appassiona. A cominciare dagli incomparabili panorami godibili dal monte Corcovado, sormontato dal Cristo Redentore e dall’altura del Pão de Açúcar. La cidade maravilhosa è e rimane, nell’immaginario collettivo, la "capitale" del Brasile, l’ideatrice della cultura e delle mode tropicali, e anche una miniera di stereotipi: dalle mulatte da favola ai malandros delle favelas, dalla passione che "brucia" il Carnevale più conosciuto al mondo al futebol, che al mitico Maracanã pare la cosa più importante al mondo.
Città ricca di storia, tra i protagonisti francesi, portoghesi, indios e schiavi africani. Città coloniale e moderna, dove natura e architettura si fondono. Luogo di suggestioni infinite, di bairros bohémiens e di favelas pericolose ma anche feconde e creatrici. Di spiagge affascinanti – da Ipanema a Copacabana – dove, oltre che riposarsi, si "vive" e si lavora, ci si mostra e ci si identifica. Rio si caratterizza soprattutto per quel gusto naturale all’incontro, quella facilità di relazione che contraddistingue lo stile di vita carioca.
Rio, infine, è una città di personaggi indimenticabili: uomini e donne nati in città o che la città hanno saputo conquistare e caratterizzare in campo culturale o architettonico, sportivo o politico: da Garrincha a Vinícius, da Niemeyer a Getúlio. Oltre ai protagonisti di un’originalissima contaminazione musicale che ha saputo fondere il samba con la bossa nova: da Caetano Veloso a Gilberto Gil, da Tom Jobim a Carmen Miranda. Una città capace di evocare la propria ricca storia di ininterrotto incontro di popoli, stili di vita e musica, che si appresta oggi a vivere anni di frenetica modernizzazione.
Questo è un paese dove ci sono maggiori possibilità
di creare un mondo interamente nuovo.
Il Caos non ci manca.
– Millor Fernandes, Millôr Definitivo. A Bíblia do Caos –
Per emozionare una città deve avere in sé tensioni forti e contrastanti.
Una città che è solo moderna è monotona, una città arretrata
diventa scomoda con il passare del tempo.
Una città proletaria porta tristezza, e un luogo di lusso dopo un po’ provoca noia e malumore.
Quanti più strati una città possiede e in quante più matite di colori differenti
si graduino i suoi contrasti, più attraente sarà: così è Rio de Janeiro.
– Stefan Zweig –
Bruno Barba
È ricercatore di Antropologia del Dipartimento di Scienze Politiche – Scuola di Scienze Sociali – dell’Università di Genova. Studia da più di vent’anni il meticciato culturale e il sincretismo religioso del Brasile. L’altra sua area di ricerca è il calcio e i suoi significati antropologici. Tra le sue pubblicazioni: Bahia, la Roma negra di Jorge Amado (Unicopli, 2004), La voce degli dei. Il Brasile, il Candomblé e la sua magia (CISU, 2010); Dio Negro, mondo meticcio (Seid, 2013); Meticcio (Effequ, 2015), Calciologia. Per un’antropologia del football (Mimesis, 2016).Per Odoya ha già pubblicato: Rio de Janeiro (2015) e San Paolo (2017).
Altri libri di Bruno Barba
Rio de Janeiro è una città che inquieta, coinvolge e appassiona. A cominciare dagli incomparabili panorami godibili dal monte Corcovado, sormontato dal Cristo Redentore e dall’altura del Pão de Açúcar. La cidade maravilhosa è e rimane, nell’immaginario collettivo, la "capitale" del Brasile, l’ideatrice della cultura e delle mode tropicali, e anche una miniera di stereotipi: dalle mulatte da favola ai malandros delle favelas, dalla passione che "brucia" il Carnevale più conosciuto al mondo al futebol, che al mitico Maracanã pare la cosa più importante al mondo.
Città ricca di storia, tra i protagonisti francesi, portoghesi, indios e schiavi africani. Città coloniale e moderna, dove natura e architettura si fondono. Luogo di suggestioni infinite, di bairros bohémiens e di favelas pericolose ma anche feconde e creatrici. Di spiagge affascinanti – da Ipanema a Copacabana – dove, oltre che riposarsi, si "vive" e si lavora, ci si mostra e ci si identifica. Rio si caratterizza soprattutto per quel gusto naturale all’incontro, quella facilità di relazione che contraddistingue lo stile di vita carioca.
Rio, infine, è una città di personaggi indimenticabili: uomini e donne nati in città o che la città hanno saputo conquistare e caratterizzare in campo culturale o architettonico, sportivo o politico: da Garrincha a Vinícius, da Niemeyer a Getúlio. Oltre ai protagonisti di un’originalissima contaminazione musicale che ha saputo fondere il samba con la bossa nova: da Caetano Veloso a Gilberto Gil, da Tom Jobim a Carmen Miranda. Una città capace di evocare la propria ricca storia di ininterrotto incontro di popoli, stili di vita e musica, che si appresta oggi a vivere anni di frenetica modernizzazione.
Questo è un paese dove ci sono maggiori possibilità
di creare un mondo interamente nuovo.
Il Caos non ci manca.
– Millor Fernandes, Millôr Definitivo. A Bíblia do Caos –
Per emozionare una città deve avere in sé tensioni forti e contrastanti.
Una città che è solo moderna è monotona, una città arretrata
diventa scomoda con il passare del tempo.
Una città proletaria porta tristezza, e un luogo di lusso dopo un po’ provoca noia e malumore.
Quanti più strati una città possiede e in quante più matite di colori differenti
si graduino i suoi contrasti, più attraente sarà: così è Rio de Janeiro.
– Stefan Zweig –
Bruno Barba
È ricercatore di Antropologia del Dipartimento di Scienze Politiche – Scuola di Scienze Sociali – dell’Università di Genova. Studia da più di vent’anni il meticciato culturale e il sincretismo religioso del Brasile. L’altra sua area di ricerca è il calcio e i suoi significati antropologici. Tra le sue pubblicazioni: Bahia, la Roma negra di Jorge Amado (Unicopli, 2004), La voce degli dei. Il Brasile, il Candomblé e la sua magia (CISU, 2010); Dio Negro, mondo meticcio (Seid, 2013); Meticcio (Effequ, 2015), Calciologia. Per un’antropologia del football (Mimesis, 2016).Per Odoya ha già pubblicato: Rio de Janeiro (2015) e San Paolo (2017).
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