

La Marina tedesca 1939-1945
Azioni belliche e scelte operative
Giuliano Da Frè
La Marina tedesca 1939-1945
Azioni belliche e scelte operative
Giuliano Da Frè
La distruzione della Kriegsmarine fu evitata grazie alla caduta della Francia – che mise a disposizione tedesca le basi da cui porre sotto assedio le isole britanniche – e all’audace applicazione di una "strategia della dispersione" volta a valorizzare l’impiego combinato di mezzi di superficie, subacquei e aerei, elaborando nuove tattiche operative (come il "branco di lupi" per gli U-Boot) o aggiornando al XX secolo antichi metodi di guerra, dalle navi corsare ai campi minati.
Gli ammiragli tedeschi furono costretti ad architettare operazioni poco ortodosse, intercettando le linee di traffico mercantile avversario con un pugno di U-Boot e speciali "corazzate tascabili", impiegando armi come le mine magnetiche e lanciando rischiose operazioni contro paesi neutrali ma strategici in vista del confronto con Londra e Parigi. I risultati furono ambivalenti, con alcuni spettacolari successi pagati però a caro prezzo.
Strategie favorite dall’entrata in guerra di Italia e Giappone e dalla caduta della Francia, che lasciò la Royal Navy britannica sola di fronte a un avversario improvvisamente rafforzato, mentre l’intervento degli Stati Uniti tardava a far sentire i propri effetti. Nella primavera del 1943 la flotta tedesca fu a un passo dal vincere la battaglia dell’Atlantico.
Sarà lunga, potrà durare anche sette anni,
e potremo dirci fortunati se finirà con un compromesso".
– Ammiraglio Karl Dönitz, 4 settembre 1939 –
a bordo di una grande nave combattendo contro forze di superiorità schiacciante,
spero che si comportino, manovrino e combattano tanto valorosamente
come lo hanno fatto oggi il comandante e l’equipaggio della Scharnhorst".
– Ammiraglio Bruce Fraser, comandante la Home Fleet inglese,
dopo l’affondamento della corazzata tedesca Scharnhorst, 26 dicembre 1943 –
Giuliano Da Frè
Giornalista e scrittore, collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui Rivista Italiana Difesa, Focus Storia e Rivista Marittima ed è autore di circa 400 articoli dedicati soprattutto alla storia militare.
Con Odoya ha pubblicato La Marina tedesca 1939-1945 (2013), Storia delle Battaglie sul mare (2014), Almanacco navale della Seconda guerra mondiale 1939-1945 (2019) e Almanacco navale del XXI secolo. Dalla Guerra Fredda alla crisi ucraina (2022).
Ha inoltre pubblicato, per Newton Compton, Le grandi battaglie della Prima guerra mondiale (2015) e I grandi condottieri del mare (2016).
Altri libri di Giuliano Da Frè
Storia delle battaglie sul mare, Almanacco navale della Seconda guerra mondiale (1939-1945), Almanacco navale del XXI secolo
La distruzione della Kriegsmarine fu evitata grazie alla caduta della Francia – che mise a disposizione tedesca le basi da cui porre sotto assedio le isole britanniche – e all’audace applicazione di una "strategia della dispersione" volta a valorizzare l’impiego combinato di mezzi di superficie, subacquei e aerei, elaborando nuove tattiche operative (come il "branco di lupi" per gli U-Boot) o aggiornando al XX secolo antichi metodi di guerra, dalle navi corsare ai campi minati.
Gli ammiragli tedeschi furono costretti ad architettare operazioni poco ortodosse, intercettando le linee di traffico mercantile avversario con un pugno di U-Boot e speciali "corazzate tascabili", impiegando armi come le mine magnetiche e lanciando rischiose operazioni contro paesi neutrali ma strategici in vista del confronto con Londra e Parigi. I risultati furono ambivalenti, con alcuni spettacolari successi pagati però a caro prezzo.
Strategie favorite dall’entrata in guerra di Italia e Giappone e dalla caduta della Francia, che lasciò la Royal Navy britannica sola di fronte a un avversario improvvisamente rafforzato, mentre l’intervento degli Stati Uniti tardava a far sentire i propri effetti. Nella primavera del 1943 la flotta tedesca fu a un passo dal vincere la battaglia dell’Atlantico.
Sarà lunga, potrà durare anche sette anni,
e potremo dirci fortunati se finirà con un compromesso".
– Ammiraglio Karl Dönitz, 4 settembre 1939 –
a bordo di una grande nave combattendo contro forze di superiorità schiacciante,
spero che si comportino, manovrino e combattano tanto valorosamente
come lo hanno fatto oggi il comandante e l’equipaggio della Scharnhorst".
– Ammiraglio Bruce Fraser, comandante la Home Fleet inglese,
dopo l’affondamento della corazzata tedesca Scharnhorst, 26 dicembre 1943 –
Giuliano Da Frè
Giornalista e scrittore, collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui Rivista Italiana Difesa, Focus Storia e Rivista Marittima ed è autore di circa 400 articoli dedicati soprattutto alla storia militare.
Con Odoya ha pubblicato La Marina tedesca 1939-1945 (2013), Storia delle Battaglie sul mare (2014), Almanacco navale della Seconda guerra mondiale 1939-1945 (2019) e Almanacco navale del XXI secolo. Dalla Guerra Fredda alla crisi ucraina (2022).
Ha inoltre pubblicato, per Newton Compton, Le grandi battaglie della Prima guerra mondiale (2015) e I grandi condottieri del mare (2016).
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