

L'invenzione della Frontiera
Storia dei confini materiali, politici, simbolici
Federico Simonti
L'invenzione della Frontiera
Storia dei confini materiali, politici, simbolici
Federico Simonti
Viaggio e frontiera si toccano, si sovrappongono, divengono parte l’uno dell’altra. Quale immagine potrebbe descrivere meglio l’assemblaggio dello sconfinato materiale relativo alla frontiera che viene proposto in questo libro? L’ambizione è quella di dar vita a una grande cornice, metafora di una delimitazione, capace di conferire una qualche unità narrativa a storie eterogenee.
Interno ed esterno, vita e sogno, opera d’arte e muro bianco, conosciuto e sconosciuto: è sempre il momento della soglia a rappresentare l’unione dell’opposto. Così come la frontiera rappresenta la figura dell’equilibrio, un contorno sfuggente e mobile, ma pur sempre in grado di bilanciare spinte di separazione ed energie di legame.
Federico Simonti indaga temi distanti legati da un filo conduttore comune: il tema della frontiera affrontato in modo interdisciplinare e globale. Si alternano quindi racconti immaginifici: gli artisti e la frontiera (Bruce Chatwin, Nicolas Bouvier, Walter Benjamin...); la frontiera del Far West, la Patagonia, i gauchos; ebrei e muri; l’impero ottomano e i suoi confini; le terre di mezzo: Mosca e La Mecca... e molto altro. Vicende di confine in cui si incontrano storia, letteratura, architettura, filosofia e antropologia.
Le terre di confine raccontano la loro storia e il nostro presente. Scopriamo così, insieme a Zygmunt Bauman, che "Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell’arte di vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità".
"Io penso che le frontiere vadano superate,
ma anche mantenute assieme alla propria identità.
Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall’altra parte."
– Claudio Magris –
"La frontiera è responsabile della politica, della morale, dell’economia.
La tv, la letteratura, l’arte, l’economia, i reality che confondono
vita e finzione: tutto oggi è globale, senza confini."
– Abraham B. Yehoshua –
Federico Simonti
livornese dal 1971, è architetto e traduttore. Per Odoya ha già tradotto Parigi. L’invenzione di una città di Eric Hazan (2011), Storia dei Porti. Declino e rinascita delle città portuali di Pierre Gras (2013) e Cataclismi. Storia ambientale dell'umanità di Laurent Testot (2021). Vive a Parigi.
Altri libri di Federico Simonti
Parigi, Storia dei porti, Storia dei porti, Storia dei porti, Tokyo, Tokyo, Cataclismi, Cataclismi, Homo Canis, Cool Parents Make Happy Kids, Crescere un figlio femminista
Viaggio e frontiera si toccano, si sovrappongono, divengono parte l’uno dell’altra. Quale immagine potrebbe descrivere meglio l’assemblaggio dello sconfinato materiale relativo alla frontiera che viene proposto in questo libro? L’ambizione è quella di dar vita a una grande cornice, metafora di una delimitazione, capace di conferire una qualche unità narrativa a storie eterogenee.
Interno ed esterno, vita e sogno, opera d’arte e muro bianco, conosciuto e sconosciuto: è sempre il momento della soglia a rappresentare l’unione dell’opposto. Così come la frontiera rappresenta la figura dell’equilibrio, un contorno sfuggente e mobile, ma pur sempre in grado di bilanciare spinte di separazione ed energie di legame.
Federico Simonti indaga temi distanti legati da un filo conduttore comune: il tema della frontiera affrontato in modo interdisciplinare e globale. Si alternano quindi racconti immaginifici: gli artisti e la frontiera (Bruce Chatwin, Nicolas Bouvier, Walter Benjamin...); la frontiera del Far West, la Patagonia, i gauchos; ebrei e muri; l’impero ottomano e i suoi confini; le terre di mezzo: Mosca e La Mecca... e molto altro. Vicende di confine in cui si incontrano storia, letteratura, architettura, filosofia e antropologia.
Le terre di confine raccontano la loro storia e il nostro presente. Scopriamo così, insieme a Zygmunt Bauman, che "Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell’arte di vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità".
"Io penso che le frontiere vadano superate,
ma anche mantenute assieme alla propria identità.
Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall’altra parte."
– Claudio Magris –
"La frontiera è responsabile della politica, della morale, dell’economia.
La tv, la letteratura, l’arte, l’economia, i reality che confondono
vita e finzione: tutto oggi è globale, senza confini."
– Abraham B. Yehoshua –
Federico Simonti
livornese dal 1971, è architetto e traduttore. Per Odoya ha già tradotto Parigi. L’invenzione di una città di Eric Hazan (2011), Storia dei Porti. Declino e rinascita delle città portuali di Pierre Gras (2013) e Cataclismi. Storia ambientale dell'umanità di Laurent Testot (2021). Vive a Parigi.
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